Sulla vicenda Fiat «andremo avanti fino in fondo». Lo ha promesso il leader della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, alla piazza dei metalmeccanici riuniti a migliaia a piazza San Giovanni a Roma per lo sciopero e la manifestazione nazionale.
«Non abbiamo alcuna intenzione di chinare la testa e accettare questa situazione - ha detto Landini concludendo la manifestazione delle tute blu - non abbiamo alcuna intenzione di rientrare dalla finestra. Come ci hanno cacciato dalla porta così rientreremo dalla porta principale, perché è un nostro diritto».
Il numero uno della Fiom ha aggiunto che «la nostra dignità non è in vendita né oggi né domani e, quindi, non abbiamo alcuna intenzione di toglierci il cappello di fronte a Marchionne».
«La Fiat attacca i diritti – ha continuato Landini –. Ha una logica autoritaria che non cancella solo la Fiom, ma è contro l'idea che chi lavora si organizzi. Se passa questa logica non ci sarà libertà e questo chiediamo alla politica: la libertà e la democrazia vanno garantite anche nelle fabbriche Fiat».
Il corteo ha sfilato animato, colorato (prevalentemente di rosso) e pacifico tra le vie di Roma. Unici momenti di tensione si sono rivelati alcuni fischi e insulti rivolti all'indirizzo di Vincenzo Scudiere, segretario confederale Cgil, durante il suo intervento dal palco. La contestazione si è intensificata quando Scudiere ha iniziato a parlare di riforma del mercato del lavoro. A quel punto si è levato il grido «buffone, buffone» e la piazza ha invocato lo sciopero generale. «Sciopero, sciopero generale» hanno gridano gli operai.
Altro piccolo momento di tensione c'è stato quando un gruppo di studenti e No-Tav si sono staccati dal corteo della Fiom e hanno raggiunto la sede dell'Inps, chiusa, e hanno acceso fumogeni e srotolato striscioni. Forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa hanno poi sbarrato il passo al mini-corteo che voleva proseguire verso Caracalla.
I metalmeccanici della Fiom hanno scioperato e manifestato anche a difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori; per la democrazia sindacale; contro alcuni provvedimenti attuati dal Governo Monti, per esempio la riforma delle pensioni; e per la riconquista di un contratto di categoria «degno di questo nome».
Nel frattempo, hanno riconquistato piazza San Giovanni a Roma dopo gli scontri del 16 ottobre durante la manifestazione degli indignati. Il segretario generale della Fiom ha riservato critiche anche al Governo Monti sia per come ha gestito la riforma delle pensioni che per come sta conducendo il tavolo sul mercato del lavoro.
Il sindacalista ha confermato il suo no a qualsiasi ipotesi di cancellare l'articolo 18. «Non si tocca e questo è un punto chiave», ha detto. Ha poi chiesto al premier Mario Monti di convocare la Fiat per vincolarla alla realizzazione di investimenti in Italia. «Dico a Governo e Parlamento di far rispettare leggi e Costituzione e di non calarsi il cappello di fronte a Marchionne».
La Fiom ha promesso battaglia su tutti i fronti: dalla Fiat alla contrattazione, dalla democrazia e rappresentanza al mercato del lavoro. E proprio su quest'ultimo tema, Landini ha avvertito che «se già a partire dal tavolo della prossima settimana non ci saranno risposte sull'estensione dei diritti continueremo la battaglia e la mobilitazione.
«Offriamo questa piazza a tutta la Cgil perché si possa continuare. Ma con chiarezza diciamo anche che i metalmeccanici sono disposti a tornarci e a starci, fino allo sciopero generale, e ad andare anche sotto i palazzi del Governo perché qui in piazza c'è il paese reale».
Al corteo hanno partecipato delegazioni di studenti, della sinistra radicale e dei movimenti civici come quello dei 'No Tav'. Proprio la presenza dei 'No Tav' e, in particolare, la scelta della Fiom di far parlare dal palco il presidente della comunità montana della Val di Susa aveva indotto il Pd a disertare la manifestazione. Tuttavia, a titolo personale, in piazza erano presenti alcuni parlamentari del Pd come Vincenzo Vita e Paolo Nerozzi. E c'era anche qualche bandiera del partito di Pier Luigi Bersani.
I FLASH DALLA DIRETTA DEL CORTEO
LANDINI: ECCO UNA PIAZZA
DI PERICOLOSI METALMECCANICI...
«Visto che c'erano preoccupazioni, dico siamo una piazza di pericolosi metalmeccanici che vogliono cambiare la situazione e difendono libertà e democrazia per tutti». Lo dice il segretario della Fiom, Maurizio Landini, durante il comizio dal palco in piazza San Giovanni, in conclusione della manifestazione nazionale.
LANDINI: FIAT CANCELLA I DIRITTI
HA UNA LOGICA AUTORITARIA
Il segretario Fiom: la Fiat attacca i diritti. Logica autoritaria che non cancella solo la Fiom, ma contro l'idea che chi lavora si organizzi. Se passa questa logica non ci sarà libertà e questo - dice - chiediamo alla politica: la libertà e la democrazia vanno garantite.
LANDINI: RIFORMA PENSIONI NON EQUA
PRONTI A TORNARE IN PIAZZA
Dal palcoscenico parla Landini. Che afferma: la riforma delle pensioni di questo governo non è equa. E aggiunge: come siamo qui siamo pronti a tornare e ad andare sotto i palazzi del Governo per avere risposte.
PIAZZA SAN GIOVANNI STRAPIENA
LO STRISCIONE: "DEMOCRAZIA AL LAVORO"
Piazza san Siovanni gremita di metalmeccanici. Dal grande palco allestito accanto al sagrato della basilica si susseguono gli interventi degli oratori in attesa di quello conclusivo di Landini: ha parlato un rappresentante dei metalmeccanici greci. Il grande striscione a sfondo del palco recita: «democrazia al lavoro».
LANDINI,GOVERNO ASCOLTI,
CAMBIARE IDEA NON SEMPRE ERRORE
Dal palco della Fiom in piazza San Giovanni, «parlerà il presidente della Comunità montana della Val di Susa, che è una persona eletta, che rappresenta un'istituzione, un territorio e quelle popolazioni e che sarebbe saggio il governo ascoltasse». Così il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, parla della presenza del movimento No Tav alla manifestazione nazionale a Roma. «Una manifestazione democratica», sottolinea: «In democrazia bisogna sapere anche ascoltare, per poter lavorare verso una coesione sociale vera». Secondo Landini «la logica delle grandi opere non è sempre quella che serve al Paese. Il governo ha cambiato idea sul Ponte dello Stretto di Messina, sulle Olimpiadi, ha comprato anche meno aerei militari: non sempre cambiare idea è un errore, soprattutto se ci si rende conto che il problema è anche cambiare il modello di sviluppo» del Paese, conclude Landini
LANDINI, PARTITI RAPPRESENTINO LAVORATORI
«I partiti facciano il loro mestiere rappresentando anche chi lavora. Perchè questa è la parte del paese che paga le tasse e che fa andare avanti il paese per tutti». Maurizio Landini, leader della Fiom, lo ha detto durante la manifestazione organizzata dal suo sindacato che sta sfilando per le vie di Roma. «Penso che il lavoro debba tornare al centro della discussione - ha aggiunto a proposito della polemica con il Pd -. Se le forze politiche che si richiamano a sinistra sono in grado di recuperare una rappresentanza del lavoro, non può che fare bene. Mi preoccupa la distanza che si sta creando tra la gente comune e la politica. I cittadini - ha sostenuto - non si sentono rappresentati».
venerdì 9 marzo 2012
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