lunedì 19 marzo 2012

Federazione Impiegati Operai Metallurgici
nazionale
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Comitato centrale Fiom-Cgil
19 marzo 2012
Documento finale
La riuscita dello sciopero generale e la straordinaria partecipazione delle lavoratrici e
dei lavoratori metalmeccanici alla manifestazione nazionale del 9 marzo 2012,
conferma la richiesta di un cambiamento delle politiche economiche e sociali fin qui
perseguite dal Governo e dalla Confindustria e rappresenta le ragioni per proseguire
nel contrasto delle scelte della Fiat e di Federmeccanica al fine di affermare la libertà e
la democrazia nei luoghi di lavoro e riconquistare un vero Contratto nazionale.
La vera priorità del paese, economica, sociale e politica, è la riunificazione e
l'estensione dei diritti e della tutela universale nel lavoro, la difesa dell'occupazione, il
superamento della precarietà e la costituzione di nuovi posti di lavoro.
Il Comitato centrale giudica negativamente le proposte avanzate dal Governo in
materia di mercato del lavoro perché:
• non cancella le tante forme di lavoro precario che hanno svuotato di significato
il Contratto a tempo indeterminato e fatto dell'Italia il paese più precario
d'Europa;
• cancella la Cig per cessazione di attività e la mobilità proponendo un modello di
ammortizzatori che nei fatti riduce complessivamente le tutele, non determina
una reale universalità nel sostegno al reddito, si fonda su un sistema puramente
assicurativo e non prevede alcun intervento a carico della fiscalità generale;
• smantella, in modo inaccettabile, il diritto al reintegro previsto dall'articolo 18
dello Statuto dei Lavoratori in caso di licenziamento senza giusta causa e apre,
quindi, alla libertà di licenziamento.
Il Comitato centrale giudica le proposte finora avanzate dal Governo sul mercato del
lavoro, conseguenza della logica che ha ispirato l'intervento sbagliato e inaccettabile
effettuato sulle pensioni, che indica un obiettivo di superamento di un modello sociale
solidaristico.
Il Comitato centrale riafferma la necessità di un'intesa che riduca realmente la
precarietà, cancellando forme di lavoro indecenti quali ad esempio il lavoro a chiamata
e le finte collaborazioni, che estenda realmente e universalmente gli ammortizzatori
sociali a tutte le forma di lavoro e a tutte le tipologie d'impresa e che sperimenti forme
di reddito di cittadinanza.
Occorre garantire l'accesso alla pensione per tutte le persone coinvolte in accordi di
ristrutturazione e di crisi e ripristinare la legge che impedisce le dimissioni in bianco.
Il Comitato centrale respinge ogni manomissione all'articolo 18, del resto affermato
anche dal documento del Direttivo nazionale della Cgil del 27 febbraio e riconferma
quale unica disponibilità al confronto la proposta per una riduzione dei tempi dei
processi.
A sostegno di tutto ciò, in coerenza e in continuità con le ragioni dello sciopero
generale del 9 marzo e della mobilitazione già in corso in queste ore, il Comitato
centrale proclama a partire da martedì 20 marzo almeno 2 ore di sciopero da
effettuarsi in tutti i luoghi di lavoro, con modalità decise dalle Rsu e dalle strutture
territoriali.
Il Comitato centrale ritiene necessario che qualsiasi ipotesi di accordo dovesse essere
raggiunta, sia approvata e sia sottoposta al voto referendario, vincolante, di tutte le
lavoratrici e tutti i lavoratori coinvolti, con modalità che consentano una precisa
informazione e una trasparente e democratica certificazione della volontà delle
persone coinvolte, compreso i giovani e i precari.
Il Comitato centrale considera inaccettabile il tentativo della Fim, della Uilm e di
Federmeccanica di escludere la Fiom dall'1/3 nelle elezioni delle Rsu, in quanto in
violazione delle norme di ultrattività del Ccnl 2008, dell'Accordo interconfederale del
giugno 2011 e delle più normali regole di democrazia e di rappresentanza.
Il Comitato centrale dà mandato alla Segreteria nazionale di convocare nel mese di
aprile l'Assemblea nazionale per definire le iniziative più opportune per la riconquista
del Ccnl sulla base della Piattaforma votata e presentata alle nostre controparti.
Approvato all'unanimità

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