domenica 25 marzo 2012
Azienda arrogante
POTENZA - Il giorno dopo la pubblicazione delle motivazioni alla base della sentenza della Corte di appello di Potenza che il 23 febbraio scorso reintegrò i tre operai dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat licenziati nell'estate del 2010, gli attacchi contro il gruppo torinese hanno registrato oggi due vere e proprie "cannonate": la prima del leader dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro, la seconda dei quattro avvocati della Fiom-Cgil. L'ex pm di mani pulite ha chiesto che la sentenza di reintegro di Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli (appunto i tre operai licenziati dopo che, durante un corteo interno notturno, si era bloccato un carrello che portava materiale ad operai che invece non avevano aderito alla protesta) sia fatta eseguire con l'intervento dei Carabinieri: "La Fiat - ha spiegato Di Pietro - sta clamorosamente violando le norme con l'arroganza di chi si ritiene al di sopra della legge". La posizione degli avvocati Franco Focareta, Alberto Piccinini, Lina Grosso e Massimo Vaggi - che hanno rappresentato in giudizio la Fiom - ha preso in considerazione anche le caratteristiche sindacali della vicenda, dal momento che due dei tre operai licenziati quasi due anni fa dalla Fiat erano delegati della Fiom. Quindi, secondo i quattro legali, la Corte di appello ha definitivamente chiarito che i licenziamenti non furono solo "pretestuosi e ingiustificati, ma anche antisindacali", perché colpirono appunto solo iscritti alla Fiom "tra tanti sindacalisti presenti". Ora, però, a processo concluso, la Fiat dovrebbe reintegrare i tre operai al loro posto di lavoro, dal momento che anche la scelta di ospitarli solo in una sala sindacale non va bene, poiché la scelta di denunciare l'accordo interconfederale sulle Rsu permettendo la nascita delle Rsa solo ai sindacati che hanno firmato il contratto collettivo di gruppo ha estromesso la Fiom. Secondo i quattro avvocati, dunque, "il mancato rispetto dell'ordine di reintegrazione appare, oltre che irriguardoso nei confronti della Giustizia, un'ennesima dimostrazione di arroganza datoriale" verso i lavoratori e la Fiom. Perciò i quattro avvocati hanno annunciato di voler "fare il possibile per cercare di contrastare una simile ingiustizia".
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