Lega, Bossi chiude sulla successione: “Adesso c’è mio figlio Renzo”
pubblicato il 13 luglio 2010 alle 09:13 dallo stesso autore
Il Senatùr ghiaccia il sangue dei colonnelli del Carroccio: “E’ l’unico di cui mi fido”.
Dopo di lui non ci sarà il diluvio, ma nemmeno spazio per i colonnelli. Umberto Bossi parla apertamente della successione alla guida del Carroccio, e fa esplicitamente il nome del suo successore: sarà Renzo Bossi, “l’unico di cui mi fido”, a prendere il timone della Lega dopo il suo ritiro dall’attività politica.
E’ TANTO BRAVO - E’ il Corriere della Sera a riferire il virgolettato del Senatùr: “Non mollo, non mollo… Comunque,son qui con il mio Renzo, che mi sta dando tante soddisfazioni. Ha dato otto esami all’università, è in consiglio regionale, ha trovato la sua strada. E io sono molto fiero di lui». Poi fa il gesto di «dare il cinque» al figlio, e invece gli tira un cazzotto sulla mano. Non si tratta soltanto di buonumore e della presenza del figlio. Venerdì scorso, Bossi aveva detto più o meno le stesse cose, senza che il figlio fosse presente, e senza che fosse stato in qualche modo sollecitato. Ma l’intervento forse più significativo, e forse la spiegazione di tante cose, era stato a Pontida. Un passaggio appena accennato, per far intendere chi di dovere: “E adesso c’è Renzo. Per me è molto importante poter contare su qualcuno di cui mi fido…”.
CHI DEVE CAPIRE - Un accenno fra le righe i cui destinatari sono tantissimi: tutti i colonnelli della Lega che aspiravano alla successione sulla poltrona di segretario una volta che l’anziano leader avrebbe deciso di lasciare il passo. Tutti che rimarranno a bocca asciutta, anche se è difficile che accetteranno la scelta nepotista di Bossi. Per un Calderoli che ha annunciato che lascerà la politica insieme al Senatùr, ci sono i vari Maroni, Zaia e compagnia che mordono il freno e difficilmente digeriranno di farsi comandare dal figlio del Re. Senza contare i molti militanti, tra i quali traspariva la perplessità nei confronti delle scelte del Senatùr all’epoca della candidatura in consiglio regionale del “delfino” dapprima retrocesso a Trota: lo zoccolo duro della Lega potrebbe ribellarsi alle soluzioni nepotistiche. Con il rischio di arrivare a un’aperta contestazione prima. E a una conta poi. Con effetti deleteri sul partito.
venerdì 15 ottobre 2010
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