Uno scontro al vertice durante il Consiglio dei Ministri. Almeno secondo l’interpretazione di Francesco Bei su Repubblica, che probabilmente – come succede un giorno sì e uno no – verrà smentita dai diretti interessati. Però di conflitti tra Sandro Bondi, ministro della Cultura a perenne minaccia di taglio di fondi, e Giulio Tremonti, responsabile dell’Economia con sempre in mano le forbici, ce ne sono stati così tanti che questa sembra davvero essere l’ultima puntata.
“DITEMELO CHIARAMENTE” – Ieri mattina, al Consiglio dei ministri, tra Giulio Tremonti e Sandro Bondi sono volati gli stracci, scrive Repubblica. Oggetto della lite, come al solito, i fondi per la cultura. Soldi che vengono prosciugati dai tagli orizzontali imposti dal via XX Settembre a tutto il governo. Bondi, finito nel mirino del mondo della cultura — dal cinema ai musei, da Pompei ai teatri — si è stufato di fare da “punching ball” e reclama attenzione: «Guardate — premette — io finora ho sempre cercato di conciliare la responsabilità di bilancio, la giusta richiesta di sacrifici rivolta a tutti noi da Tremonti, con le necessità dei mio ministero. Ma stavolta è troppo, adesso basta: io pretendo che mi si diano delle risposte. Altrimenti non sto qua a fare il parafulmine, preferisco andarmene». La minaccia di dimissioni è chiara, ma Bondi prosegue alzando ancora di più i toni: «Se nel programma di governo c’è la chiusura del mio ministero ditemelo chiaramente. Perché così la situazione non può più reggere. Io non ci sto più a farmi prendere in giro».
“NON SI MANGIA CON LA CULTURA” – Il destinatario dell’avvertimento fa finta di non sentire. Quindi risponde con ironia. «Per alleviare le umani sofferenze dell’amico Sandro — replica Tremonti aggiustandosi gli occhiali — vorrei rammentargli che in tutta Europa, anche a Parigi e Berlino, stanno tagliando i fondi alla cultura. È molto triste, una cosa terribile, lo capisco. Ma vorrei informare Bondi che c’è la crisi, non so se gliel’hanno detto: non è che la gente la cultura se la mangia». Bondi, raccontano, è diventato paonazzo in viso, sul punto di esplodere. «Eh no caro Giulio, non ci sto. Forse quello che è male informato sei proprio tu: in Europa, in Francia e pure in Germania, i governi stanno investendo milioni di euro sui Beni culturali. Che sono una risorsa economica, non un costo». A quel punto tocca a Berlusconi e Letta gettare acqua sul fuoco, e promettere un accordo soddisfacente con “Sandrino”. Ma Giulio, per ora, da quell’orecchio sembra proprio non volerci sentire.
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