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Marchionne “scarica le colpe sugli operai” e la verità è che "vorrebbe andarsene dall'Italia”, questo il duro commento del Segretario Generale della CGIL, Guglielmo Epifani, riguardo alle affermazioni fatte dall'amministratore delegato della FIAT, sulla produttività degli impianti italiani, nel corso di una trasmissione televisiva: “FIAT potrebbe fare di più se potesse tagliare l'Italia” ha detto Marchionne.
Secondo Epifani, quando l'amministratore delegato sostiene di non avere più debiti con il nostro Paese “è come se si sentisse obbligato a stare qui da noi, mentre il gruppo è sempre più americano, forte in Brasile e negli Stati Uniti”. Certo è che, per il leader della CGIL, è impensabile che possano provenire utili dagli stabilimenti italiani se “sono praticamente fermi”. “Si fa Cassa integrazione dappertutto” spiega Epifani e ciò perchè “il mercato europeo non va bene, in particolare per i marchi FIAT” infatti “sulle fasce medio alte, quelle che fanno guadagnare – prosegue il dirigente sindacale -, la FIAT è praticamente assente, e su quelle medio piccole la concorrenza è agguerritissima. Non ci sono i modelli: questa è la realtà” dice Epifani.
Lo scetticismo di Marchionne sul futuro della FIAT in Italia, secondo Epifani era “evidente già da tempo” e molti sono stati i segnali che lo hanno dimostrato: dalla decisione dell'azienda di chiudere lo stabilimento siciliano di Termini Imerese e l'ipotesi “per molto tempo in ballo” di chiudere anche Pomigliano d'Arco, al fatto che a Mirafiori non sono arrivati nuovi modelli mentre a Torino continua ad esserci un problema di sovraccapacità produttiva.
Epifani conclude con una domanda: “davvero si può pensare che tutto dipenda da un turno in più o in meno?” e lancia una proposta: "una commissione neutrale”, anche istituita dal Parlamento, “per verificare se sui turni ha ragione la FIAT oppure gli operai che dicono di non farcela”. La verità, dice Epifani, è che “allo stato non c'è un progetto industriale per l'Italia”.
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