venerdì 15 ottobre 2010

«Con quei soldi si potrebbero rinnovare i contratti di lavoro»
FRANCESCA SCHIANCHI
ROMA
Oltre quattro miliardi di euro. E’ la cifra che ogni anno spendiamo per mantenere le auto della Pubblica amministrazione, secondo i dati diffusi ieri dal ministro Renato Brunetta. «Una cifra enorme, con quattro miliardi si rinnovano i contratti di lavoro», commenta, «penso si possa spendere la metà facendo meglio lo stesso servizio». Dove precisamente tagliare, il ministro aspetta a dirlo, ma già suggerisce un’indicazione, commentando il numero di 60mila autisti: «Quando vedo 60mila persone utilizzate per portare in giro politici e burocratici mi disturba un po’, preferirei producessero beni e servizi per i cittadini».

I dati presentati ieri vengono da un monitoraggio, non ancora concluso, realizzato tramite questionario on line compilato dalle amministrazioni centrali e locali. Al momento, con la raccolta dati a metà strada (hanno risposto 3.187 su 9.199, pari al 61% dei dipendenti pubblici e al 47% delle auto), le stime parlano di 90mila auto blu che circolano in Italia, divise in tre categorie. Sono 7-10mila le auto definite “blu-blu”, quelle a disposizione di autorità e alte cariche, 18-20mila quelle “blu”, riservate ai dirigenti, con autista (i «papaveri», li chiama Brunetta), infine ci sono circa 60-65mila grigie, senza autista e destinate ad attività operative, quelle «lavoratrici», per dirla come il ministro.

Il tutto, appunto, per un costo di circa quattro miliardi di euro, di cui uno destinato a consumi, assicurazione, noleggi e manutenzione, e tre per il personale. Mediamente, per una vettura blu-blu si spendono ogni anno 142mila euro (e anche di più: «io sarei propenso a portare la cifra a 150mila»), 92mila per una blu e 18mila per una grigia. Se si noleggiasse una macchina con conducente, è calcolato, i costi già scenderebbero a 95mila euro per la prima categoria e 70mila per la seconda.

Sulle cifre che si spendono, pesa per il 75% il costo del personale. Se tutti sforbiciassero il 30% del proprio parco auto, si sottolinea, il risparmio sarebbe di oltre un miliardo di euro l’anno.
«Non sono un fondamentalista, non voglio fare la caccia alle streghe, le auto blu servono», chiarisce il responsabile della Pubblica amministrazione, «ma quelle giuste secondo la legge per far funzionare bene lo stato, in efficienza e funzionalità». E’ lungo l’elenco di chi ha diritto a una vettura di servizio: ne beneficiano in via esclusiva, tra gli altri, ministri e vice ministri, sottosegretari, presidenti delle Autorità indipendenti. E c’è una lista lunga così di chi ne ha diritto in uso non esclusivo, come gli Uffici di Gabinetto dei ministri.

Secondo i dati diffusi da Brunetta, i ministeri dispongono mediamente di 12 auto blu-blu e 190 tra blu e grigie, con le dotazioni più numerose a disposizione dell’Interno e della Giustizia. Ogni vettura di una Pubblica amministrazione percorre in media 10mila chilometri l’anno, e il personale alla guida è mediamente di 2,3 addetti per le auto blu-blu e 1,4 per le macchine blu.

Critica sulle cifre la Codacons: «Il numero delle auto blu è esagerato, non basta dimezzare il costo, occorre portarlo a 1/5 dell’attuale», dichiara il presidente Carlo Rienzi.

La raccolta delle informazioni andrà avanti (al momento scarseggiano soprattutto le risposte da Regioni ed Enti regionali): per i dirigenti che non risponderanno sono previste sanzioni. Poi arriveranno le ipotesi di intervento: ad esempio, la proposta di sanzioni per l’uso improprio di lampeggianti. In autunno, annuncia il ministro, sarà pronto un rapporto finale da illustrare al Parlamento.

Nessun commento: