domenica 31 ottobre 2010

Campania: “Non lavoriamo per meno di 50 euro”, gli immigrati sfidano il caporalato

E TUTTI NOI DOVREMMO PRENDERE ESEMPIO DA LORO:

Immigrati contro i caporali, lavoratori alla giornata contro i padroni. Oggi, venerdì 8 ottobre, i lavoratori alla giornata per la prima volta in Italia scendono in piazza per scioperare. Centinaia di immigrati, per la maggior parte appartenenti alle comunità ghanesi e nigeriane che vivono tra le province di Napoli e Caserta da questa mattina stanno attuando una singolare forma di protesta per dire no alle condizioni di sfruttamento del lavoro.

Si sono ritrovati all’alba proprio un quelle rotonde dove ogni mattina vengono “ingaggiati” dai caporali, tutti a braccia conserte con il cartello: “Noi non lavoriamo per meno di 50 euro al giorno”. Sedici, in tutto, le rotonde occupate dai lavoratori extracomunitari, tra Caserta e Napoli. A quanti passano con le auto gli stranieri spiegano le ragioni della loro protesta lasciando un volantino con il titolo ‘Siamo uomini o caporali?’ Ribadendo che si tratta di una manifestazione pacifica per ”una migliore condizione di lavoro per tutti non solo per gli immigrati”.

”Sarà una protesta contro lo sfruttamento e per la regolarizzazione, senza la quale è difficile far rispettare i propri diritti” affermano in un documento gli organizzatori della protesta. ”Con la crisi – spiegano – le paghe reali scendono sotto i 25 euro per una giornata di lavoro pesante che dura dodici ore”.

Le rotonde stradali dove avviene la protesta sono a Licola, Pianura, Quarto, Villa Literno, Baia Verde, Giugliano, Qualiano, Afragola, Arzano ed anche in zone come Casal di Principe ed il quartiere periferico napoletano di Scampia dove la camorra utilizza gli extracomunitari offrendo loro paghe da fame.

”Con questa prima e storica iniziativa – si legge nel documento – tantissimi lavoratori vogliono ricordare alle istituzioni locali e nazionali che il lavoro migrante in questi territori non e’ solo quello di ‘colf e badanti’ (rispetto alle quali si e’ ristretta l’ultima sanatoria) e che solo un’ipocrisia interessata spinge a non vedere le tantissime persone che si ammazzano di fatica mentre contribuiscono alla fragile economia di questa regione”.

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