TRIPOLI – La Russia lancia un allarme sulla Libia che La Russa non lancia: siamo a un passo dalla guerra di terra. Che cosa significa? Che la guerra che destra e sinistra ci avevano venduto come una “passeggiata”, una “guerra lampo di massimo due settimane”, giusto “due battaglie fatte con gli elicotteri”, rischia di diventare per tutto l’Occidente un nuovo Vietnam. Un Vietnam che questa volta non toccherà solo gli Stati Uniti ma tutta la Nato.
Dopo tanti discorsi, basati tutti sull’utilità di “esportare la democrazia” anche in Libia per liberarci una volta e (forse) per sempre da Gheddafi, è la Russia a dire come stanno veramente le cose. E a mettere in allarme l’Occidente. Il vice ministro russo Sergei Ivanov avverte: “L’utilizzo degli elicotteri d’attacco, a mio avviso, è l’ultimo passo prima dell’operazione di terra”. Messaggio chiaro: tra poco inizierà la guerra, quella vera, quella che si combatte a terra e non con gli elicotteri, quella in cui rischieranno la vita, dieci volte più di adesso, anche i nostri soldati.
Nuovi sviluppi, quindi, che mettono in imbarazzo per primo il nostro governo. Sempre come storia ci insegna, anche in questo caso l’Italia ha fatto la figura del voltagabbana: da amici “speciali” della Libia a sostenitori della guerra, dal baciamano di Berlusconi a Gheddafi all’invio delle truppe, dalle tende del raìs a villa Pamphili agli attacchi Nato. E adesso? Adesso chissà che si potrà inventare La Russa per giustificare davanti all’Italia intera una guerra, contro un ex amico, che rischia di riportare in Patria decine di soldati morti. Cosa dirà il governo soprattutto a quanti, anche nel centrodestra, non erano per niente convinti di questa missione?
Allo stesso tempo l’imbarazzo, nemmeno tanto velato, si immagina anche tra le fila della sinistra. Soprattutto di quella chic e salottiera che tanto si è prodigata, nei mesi scorsi, nel supportare la guerra contro Gheddafi, amico “impresentabile” del già “impresentabile” Berlusconi. Questo giusto pochi mesi dopo aver votato il trattato d’amicizia con la Libia di quello stesso Gheddafi. Come la metterà ora anche la sinistra “guerrigliera”?
Sarà curioso sapere cosa ci racconteranno di nuovo, tutti, davanti a quella che sembra potrà essere una dura verità da mandare giù: la guerra alla Libia, la lotta del “mondo democratico” contro Gheddafi, non sarà breve. Non sarà nemmeno una guerra “pacifica”, “pulita”, senza vittime. Si preannuncia come una guerra lunga, con buona pace dei leghisti, e forse anche sanguinosa. Quindi basta con la favola della guerra lampo, anche Hitler l’aveva evocata nel ’39… e sei anni di guerra l’hanno smentito.
lunedì 6 giugno 2011
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