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Pensioni,l'urlo della Cgil: "Governo,vergognati"
MOBILITAZIONE. Ieri in piazza il sindacato per dire no ad un esecutivo «che vuole solo fare cassa». Susanna Camusso: «Ognuno paghi in base a quel che ha e chi non ha mai pagato incominci a farlo».
Pensionati in piazza a Roma contro la crisi. Dopo che sul tema delle pensioni gli equilibri della coalizione di governo Pdl-Lega hanno vacillato negli scorsi giorni, ieri la Cgil ha radunato il sindacato pensionati sotto lo slogan “Nessun Dorma”. In Piazza del Popolo erano in 100mila, secondo gli organizzatori, per dire no alle politiche del governo, al far cassa sulle pensioni e al precariato. «Se impopolare vuol dire andare a colpire ancora una volta lavoratori e pensionati - ha detto la leader Cgil Susanna Camusso - diciamo che abbiamo già dato e che anzi bisogna iniziare a restituire qualcosa. Piuttosto - ha aggiunto - le misure devono essere impopolari verso chi si è arricchito e verso chi non ha mai pagato. è a loro che bisogna guardare. Ognuno paghi in base a quel che ha e chi non ha mai pagato, incominci a pagare».
La Camusso attacca poi gli industriali: «In queste ore Confindustria ha riscoperto improvvisamente l’amore per il governo sulla richiesta di andare in pensione a 70 anni. Ce lo ricorderemo ogni volta che un’azienda ci chiederà di ridurre il personale o di mettere in mobilità i lavoratori». Dalla piazza, colorata di palloncini rossi, si è più volte levato il grido «vergogna, vergogna, vergogna». «Vergognatevi - ha ribadito il leader sindacale dei pensionati Spi Cgil Carla Cantone, rivolgendosi al Governo - vogliamo pensioni dignitose per vivere e non per sopravvivere». «Sono dieci milioni gli italiani che percepiscono una pensione al di sotto dei 750 euro al mese e altri due milioni hanno una pensione tra i 750 e i 1.200 euro mensili - dice Antonio Di Pietro, leader dell’Idv che ha dato pieno appoggio alla manifestazione -. Il governo sta gettando nella povertà chi, con grande dignità e onestà, ha lavorato per una vita intera e sopporta le difficoltà quotidiane con pochi risparmi, cercando di supportare anche figli e nipoti privati di qualsiasi futuro e condannati al precariato perenne».
Non solo pensioni, la Piazza ce l’ha anche con i licenziamenti flessibili in tempi di crisi, una delle misure promesse dal Governo all’Europa: «È incredibile - dice Stefano Fassina, responsabile economia e lavoro del Pd - che in un tornante storico segnato da una pesante caduta della domanda aggregata, da una capacità produttiva inutilizzata pari a circa il 50% e da una drammatica emorragia di lavoro per padri e figli si insista, in nome di un’ideologia fallita e di interessi materiali miopi, sulla ulteriore facilitazione dei licenziamenti come via per la crescita». «Non è vero che i licenziamenti più facili, i tagli alle pensioni, l’art 8, siano scelte inevitabili - dice Massimiliano Smeriglio, responsabile nazionale economia e lavoro di Sel -. Sono tutte misure demagogiche che hanno un chiaro segnale simbolico: l’attacco vergognoso ai lavoratori e ai diritti. E a tutto questo diremo sempre no». Intanto, le possibilità che Cgil, Cisl e Uil organizzino una manifestazione unitaria crescono ora dopo ora: le segreterie sarebbero già al lavoro per trovare un’intesa.
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