martedì 22 giugno 2010

Sentite un po’ questa.
Una persona di mia conoscenza, lavora in un esercizio pubblico. Il titolare a seguito di una grave malattia ha dovuto cedere l'attività. Chi è subentrato, visto che ha mantenuto la stessa tipologia di attività, per legge, è stato tenuto a farsi carico anche dei dipendenti della vecchia gestione, e così è stato, e fin qui niente di male.
Dopo un paio di settimane questi “signori” hanno iniziato a martellare il mio conoscente con affermazioni del tipo “dobbiamo rivedere il tuo contratto......dobbiamo fare il punto della situazione......il tuo contratto è TROPPO ONEROSO E A NOI NON ERA STATO DETTO" e così via fin che ci si è seduti a un tavolo: padrone, moglie del padrone, consulente del lavoro loro, la persona da me conosciuta e un’altra persona invitata dal mio conoscente .
Proposta loro:
avendo fatto degli investimenti nella nuova attività (rinnovamento della struttura in cui operiamo) e sostenuto spese, non riusciamo a pagarti i contributi, quindi:
a) ti licenzi, prendi la disoccupazione e continui a venire a lavorare in nero con un contratto a chiamata, così ci guadagni anche due volte: disoccupazione più le ore che farai che comunque si avvicineranno (se non oltre) alle ore attuali che tu fai; oppure,
b) ti riduciamo le tue attuali 34 ore settimanali a 18 e le rimanenti per raggiungere le 34 o anche più le vieni a fare in nero, sempre a chiamata.
A questo scandalo, la persona di mia conoscenza ha risposto:
siccome il minimo salariale per poter "galleggiare" a livello contributivo, sono 24 ore, ovvero se ne fai di meno, lavoro un anno e ricevi contributi per sei mesi io posso rispondere alla vostra richiesta riducendomi le ore di lavoro da 34 settimanali a 24, e tutto in regola, senza nessuna ora in nero.
Il loro consulente solo a questo punto ha confermato che quanto detto da noi corrispondeva al vero....Ma brutto faccia da merda, e mentre chi ti paga mi proponeva di lavorare in nero te ne stavi zitto......per me te sei peggio di loro.......
Dopo questo incontro sono seguiti 15 giorni di mobbing e dispetti vari finchè il rapporto è andato sempre più incrinandosi il mio conoscente è riuscito a portare a casa una soluzione che lui definisce "la meno peggio", ovvero 1 anno di cassa integrazione a zero ore, cui seguirà purtroppo il licenziamento, cui seguirà 8 mesi di disoccupazione.
Questa è la storia. E naturalmente l'ultimo giorno di lavoro è stato dato del disonesto al mio conoscente perché con la soluzione trovata andava a truffare lo Stato......LUI!!!!!!!!
Voglio mettervi a conoscenza che anche un avvocato e un finanziere, tutte e due interpellati in modo informale hanno così risposto: reato di lavoro in nero non è stato commesso perché il mio conoscente in effetti non ha lavorato in nero, e riguardo la semplice proposta di lavoro in nero vale sempre la parola del mio conoscente contro la loro, anche se il mio conoscente era accompagnato.
Cavolo, ma che dobbiamo fare per denunciare il lavoro nero ? attendere il morto nei cantieri edili oppure il morto in campagna, come è successo lo scorso anno a chi lavorava 15 ore al giorno in agosto sotto il sole a 40 gradi ?

Morale: chi ruba una mela va dentro e chi ruba miliardi può continuare a farlo... Attualmente il mio conoscente si trova in cassa integrazione, se non troverà un’occupazione si troverà tra 20 mesi disoccupato, e chi è causa di tutto ciò NON TIRERA’ FUORI UN EURO.

Questo è tutto, e grazie del tempo che avete dedicato a leggere queste righe.

PS: se vi riconoscete nei fatti raccontati in queste righe NON è per puro caso: è perchè queste storie sono all'ordine quotiano anche in altre realtà.

Chi conosce i nomi, i luoghi e le situazioni di quanto raccontato sopra, è invitato a non divulgarli, in quanto quanto scritto sopra NON E' DOCUMENTABILE e agire in modo diverso potrebbe portare a denuncie per calunnia.

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