giovedì 17 giugno 2010

Non solo i dipendenti pubblici, ma anche gli invalidi, i farmacisti, i sindaci e i presidenti di Regione. Ogni giorno che passa si allunga la schiera di quanti lamentano di essere stati danneggiati dalla manovra del Governo, 24 miliardi di "tagli e sacrifici" per dirla con le parole del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, nata con l'obiettivo di sottrarre l'Italia dalle minacce della speculazione internazionale. Misura che ha già ricevuto il disco verde della Commissione Europea e che ora si appresta a sbarcare in Parlamento.

Per Regioni ed enti locali rischio crack
Gli ultimi - in ordine di tempo - a far sentire la loro voce sono stati i governatori regionali. Un presidente di centrodestra come Roberto Formigoni (Lombardia) non ha esitato a parlare di misura "a rischio di incostituzionalità" che "mette al rischio il federalismo fiscale", appoggiando così le riserve avanzate da numerosi governatori di centrosinistra, secondo i quali i tagli da qui fino al 2012 peseranno sui loro conti per oltre 10 miliardi di euro. Verrebbero colpiti soprattutto i fondi per il trasporto pubblico, le infrastrutture di viabilità, l'edilizia residenziale pubblica e l'istruzione.
Sulle stesse posizioni si trovano gli enti locali, con le province che si preparano a un taglio dei trasferimenti per 300 milioni di euro nel 2011 e 500 milioni nel 2012, mentre i comuni dovranno fare i conti con tagli pressoché doppi. Soldi, che secondo sindaci e presidenti delle province si tramuteranno in altrettante riduzioni di servizi per i cittadini, dai trasporti locali ai servizi sociali, come scuole e asili nido.

Stipendi congelati nel pubblico
Tra i lavoratori, a lamentarsi più di tutti sono i dipendenti pubblici, che da qui al 2013 vedono congelati gli stipendi, mentre è prevista una riduzione del 5% per chi percepisce più di 90mila euro lordi annui. Di pari passo proseguirà il blocco del turn-over e coloro che andranno in pensione non potranno essere sostituiti nemmeno da dipendenti a termine (salvo alcune eccezioni). Per le donne entra in funzione da subito l'equiparazione delle pensioni di vecchiaia a quelle degli uomini (65 anni). Ma gli interventi sulle pensioni riguardano anche i dipendenti privati, con l'introduzione dal 2011 di una finestra mobile per la pensione di vecchiaia: in sostanza, una volta maturati i requisiti occorrerà attendere sei mesi per mettersi a riposo.
La riduzione della spesa farmaceutica prevista dalla manovra toglie il sonno anche ai farmacisti, che paventano il rischio di chiusura per il 20% delle farmacie italiane, buona parte delle quali situate nei centri rurali.

Pedaggi più alti sulle autostrade
Non bastassero i recenti rialzi sui prezzi dei carburanti, gli automobilisti si preparano a fare i conti con la possibilità di introdurre il pedaggio su tratti di strade di connessione con i tratti autostradali.
Infine va segnalato l'intervento relativo all'invalidità. Al fianco di maggiori controlli per combattere il fenomeno dei falsi invalidi, la manovra alza dal 74 all'80% la quota di invalidità necessaria per ottenere l'assegno di invalidità. Una misura che, secondo alcuni analisti, priverebbe la maggior parte dei malati di cirrosi epatica, down e malattie mentali dei 256 euro di assegno mensile. In molti casi l'unica fonte di reddito.


Nessun commento: