domenica 31 luglio 2011
giovedì 28 luglio 2011
martedì 26 luglio 2011
domenica 24 luglio 2011
sabato 23 luglio 2011
Si parla tanto di mandare a casa la casta perchè sono lazzeroni che vivono alle nostre spalle, ma proviamo un attimo a guardarci intorno ad osservare quanta gente vive alle nostre spalle.
Qualche esempio ? Iniziamo a mandare a casa tutti quei personaggi che corrono dietro ad un pallone. Disertiamo stadi e televisione, vedrete che il loro mondo, che in un modo o nell'altro MANTENIAMO NOI, SI SGONFIERA'
Lasciamo i posti dei concerti VUOTI; vedrete poi che anziché pagare oltre 50 euro per assisterne uno cui ci teniamo tanto, probabilmente i prezzi caleranno.
Lo stesso vale per quei personaggi pubblici definiti VIP. Proviamo a sbattercene le palle di loro e magari anche di quello che ci propongono per farsi mantenere da noi. Può darsi che alla fine anche loro si troveranno senza lavoro come tanti di noi.
Grillo qualche tempo fa mise in rete un'idea per fare abbassare i prezzi della benzina: rifornirci tutti da uno stesso fornite, in modo da costringare la concorrenza ad abbassare i prezzi. Vogliamo fare di più ? Proviamo, dico proviamo per un fine settimana, anzichè incolonnarci tutti su strade e autostrade a trovare delle alternative a tutto ciò. Lo sò che ciò richiede rinuncie, ma se non proviamo a cambiare quei modi di vita che QUALCUNO PER IL PROPRIO INTERESSE ha deciso per noi, difficilmente riusciremo a saltarcene fuori.
Quando avemo elimintato tutto questo mondo inutile che vive alle nostre spalle, potremo, grazie all'esperienza acquisita, iniziare a pensare sul come fare pulizia anche sulla casta, che come ben sappiamo sulle nostre spalle ci mangia parecchio.
giovedì 21 luglio 2011
mercoledì 20 luglio 2011
domenica 17 luglio 2011
sabato 16 luglio 2011
venerdì 15 luglio 2011
giovedì 14 luglio 2011
Dopo l’incidente di Fukushima il primo ministro Naoto Kan annuncia che il Paese ridurrà progressivamente il ricorso all’atomo: “Dobbiamo concepire una società che possa farne a meno”. E sui reattori della centrale: “Potrebbero volerci oltre dieci anni per smantellarli”
TOKYO - Il premier giapponese Naoto Kan ha dichiarato che il Giappone deve ridurre la propria dipendenza dell’energia nucleare e puntare verso una società in grado di farne a meno. Tenuto conto della gravità dell’incidente di Fukushima, “non si può più sostenere che la politica condotta fino ad oggi garantisca la sicurezza dello sfruttamento dell’energia nucleare. Dobbiamo concepire una società che possa farne a meno”, ha spiegato Kan in conferenza stampa. Parlando del disastro di marzo, il primo ministro ha affermato che “ci potrebbero volere cinque, dieci anni o anche più per il definitivo smantellamento dei reattori della centrale”.
“Riduzione a favore delle energie rinnovabili”. Secondo il capo del governo nipponico è necessario rivedere i fondamentali della politica energetica del Paese che, prima dell’incidente alla centrale nucleare, prevedeva un aumento della quota di elettricità fornita dal nucleare fino al 50% entro il 2030, contro il 30% nel 2010. Kan è a favore di una “riduzione progressiva” della quota nucleare a favore delle energie rinnovabili, solare, eolico e da biomassa, con l’obiettivo finale di un abbandono completo del nucleare.
In Giappone ci sono attualmente 54 reattori, di cui solo 19 in funzione: gli altri 35 sono fermi, alcuni a causa del terremoto, altri per manutenzione. Un blocco che, ha spiegato il premier, assicura comunque una produzione energetica sufficiente sia per l’estate sia per l’inverno. Il governo ha imposto che prima di essere riavviati vengano sottoposti a nuovi e severi test di resistenza ad eventi catastrofici naturali. Il dibattito su una legge quadro sulle energie rinnovabili dovrebbe cominciare domani in Parlamento.
Luciana Littizzetto scherza al Giffoni festival e conferma che rimarrà in Rai
“Ieri sera sono arrivata per vedere Harry Potter ma l’ho fatto solo per i miei figli”. Luciana Littizzetto commenta cosi’ l’ultimo capitolo di Harry Potter che ieri sera l’attrice ha visto in anteprima al Giffoni Film Festival.
BRUNETTA INSIDE - “Io non ci ho capito nulla – ha detto la Littizzetto – avevo visto solo il primo capitolo e non mi piace il genere fantasy. Gli elfi mi sembravano tutti Brunetta. Una cosa che non sono riuscita a capire e’ perche’ nel finale, quando tutti diventano grandi, li fanno sembrare dei babbioni. E’ come se volessero dire che quando diventi adulto diventi uno sfigato”.
LA RAI - Poi l’attrice passa ad un altro argomento importante: “La7 e’ una bella realta’, una bella televisione, ma io preferisco la Rai”. La Littizzetto, ospite del Giffoni Film Festival, non sembra avere dubbi sul suo futuro e allontana le possibilita’ di approdo nel canale di Telecom Italia Media. “Voglio rimanere in Rai dove c’e’ un pubblico normale. Anche perche’ – ha aggiunto la torinese – la gente non e’ ancora abituata a schiacciare il tasto 7. E poi a me piace andare al mercato e incontrare la signora che si e’ divertita a vedermi e ascoltarmi la sera prima.
NON SOLO BOIATE – Il pubblico puo’ vedere cose importanti, non solo le solite boiate – ha concluso la Littizzetto – Ed io sono un saltimbanco, porto leggerezza, e’ vero, ma sono all’interno di un contenitore che boiata non e’”. La co-conduttrice di Fabio Fazio a “Che tempo che fa” vorrebbe quindi proseguire la sua avventura in Rai. Con il solito umorismo svela anche la ricetta del successo: “Liberta’ al cinema e in tv? Io dico quello che voglio, l’ho sempre fatto, magari prendo qualche querela, ma bisogna essere sfacciati e coraggiosi altrimenti non si va da nessuna parte”.
mercoledì 13 luglio 2011
Benzina, rincaro record: 1,63 al litro
Sciopero dei benzinai il 27 e il 28 luglio
Anche il diesel supera ampiamente 1,5 euro al litro. Dietro i rincari, secondo quotidianoenergia.it, le difficoltà in Eurozona e la debolezza della moneta unica. Ma Codacons, Federconsumatori e Adusbef insorgono: "Si spenderanno 500 milioni in più per viaggiare in auto, +24% rispetto al 2009. Governo immobile, vergogna"
Nuovi aumenti, questa mattina, dei prezzi dei carburanti raccomandati sulla rete italiana. Nella media nazionale, la benzina è ormai alla quota record di 1,63 euro al litro, mentre il diesel ha superato ampiamente 1,5 euro al litro. Lo rileva la Staffetta Quotidiana di quotidianoenergia.it nel consueto monitoraggio, precisando che i picchi massimi si registrano al Sud, dove la verde tocca 1,67 euro al litro mentre il gasolio sfiora 1,53 euro al litro. Intanto è stato proclamato uno sciopero di due giorni, il 27 e 28 luglio prossimi, degli impianti di rifornimento carburanti su strade ed autostrade. L'iniziativa è stata proclamata dal coordinamento nazionale unitario di Faib confesercenti e Fegica Cisl per rispondere alla "blindatura del governo all'interno del decreto sulla manovra di un articolo sulla distribuzione carburanti che nulla ha a che vedere con i conti pubblici o la manovra finanziaria".
Sul pieno pesa debolezza dell'euro. Dietro gli aumenti, secondo quotidianoenergia.it, le preoccupazioni sull'Eurozona e la debolezza della moneta unica, scesa sotto 1,40 nel cambio col dollaro. Fattori che, dopo Eni, spingono tutte le altre compagnie a rialzare i prezzi dei carburanti. Per IP, Q8, Shell, Tamoil e TotalErg i rialzi della benzina sono compresi tra 0,5 e 0,6 centesimi al litro e per il gasolio tra 0,2 e 1,5 centesimi.
La quotazione internazionale della benzina è salita a 1.061 dollari la tonnellata (+8), pari a 573 euro per mille litri (+7), quella del gasolio a 1.009 dollari la tonnellata (+6), pari a 610 euro per mille litri (+7). Per il diesel siamo al settimo rialzo consecutivo.
Aumenti che fanno insorgere ancora una volta le associazioni dei consumatori, che denunciano i rincari nel periodo delle partenze per le vacanze. Su chi si sposterà in auto si abbatterà una stangata che il Codacons ha calcolato in complessivi 500 milioni di euro, se i prezzi di benzina e gasolio dovessero rimanere stabili ai livelli attuali. "Oggi un pieno di benzina costa oltre 10 euro in più rispetto lo scorso anno - spiega il presidente Carlo Rienzi - mentre per il diesel occorre sborsare oltre 12 euro in più. Considerando gli spostamenti lungo la rete autostradale per raggiungere le località di villeggiatura e i chilometri percorsi nei giorni di vacanza, la stangata che si abbatterà sugli automobilisti raggiungerà complessivamente i 500 milioni di euro solo di costi diretti. Stima che crescerà in modo esponenziale a ogni ulteriore rincaro dei prezzi alla pompa, alla quale dovranno essere aggiunti tutti i costi indiretti legati al caro-carburante".
Federconsumatori ha calcolato che dal 2009 la spesa degli italiani in carburante nel periodo delle vacanze è aumentato del 24% e denuncia "l'immobilismo" del governo. "L'aumento dal 2009 della spesa di andata e ritorno calcolata su alcune tratte turistiche - spiega l'associazione - prendendo in considerazione un'automobile di media cilindrata con un consumo medio di 15 km per 1 litro di carburante, si attesta intorno al 24%".
"Una vera vergogna - denunciano Rosario Trefiletti e Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef - Prezzi inconcepibili, non raggiunti nemmeno quando il petrolio toccò quota 147 dollari al barile. Un modo di agire insensato e deleterio, che ha comportato gravissime ripercussioni per i cittadini. I rincari subiti dagli automobilisti rispetto allo scorso anno ammontano complessivamente a +488 euro tra costi diretti e indiretti (+288 euro annui per i soli costi diretti e +200 euro annui per i costi indiretti)".
"L'immobilismo del governo è imperdonabile - proseguono Trefiletti e Lannutti -, tutte le decisioni intraprese in materia hanno creato ulteriori aumenti. Infatti, hanno aggiunto l'aumento delle accise sui carburanti, in ben due occasioni (solo per la benzina, la prima volta di 2 centesimi, la seconda di altri 4 centesimi). Per non parlare del mancato intervento per favorire un processo di modernizzazione della rete e per mettere in campo i provvedimenti concordati con l'intera filiera petrolifera, ad esempio la Commissione Istituzionale sulla doppia velocità e l'eliminazione dei millesimi per favorire la comparazione tra i prezzi della benzina".
Per il governo, replica il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, annunciando una "moral suasion" da parte dell'esecutivo sulle compagnie petrolifere. "Credo che entro 10-15 giorni i prezzi del petrolio si stabilizzeranno - dice Saglia -, inoltre entreranno in vigore le misure di razionalizzazione della rete distributiva previste in manovra".
martedì 12 luglio 2011
lunedì 11 luglio 2011
Roma, 10-07-2011
Solo il 20% degli italiani quest'anno andra' in vacanza e il 62% per una sola settimana, con un aumento medio della spesa per famiglia di 200 euro. Lo rileva
una indagine dell'Associazione per la Difesa e Orientamento Consumatori secondo cui il budget per il 56% dei vacanzieri e' mediamente di 700 euro e le mete piu' gettonate sono agriturismi e terme.
Secondo l'Associazione, dunque, "sarà un'estate nera per il turismo: solo un quinto degli italiani andrà in vacanza e la maggior parte di questi opterà per viaggi brevi e economici - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - secondo i risultati dell'indagine sei italiani su dieci soggiorneranno al massimo per una settimana, mentre solo l'1% potrà permettersi quasi un mese di relax. Anche perché‚ per spostarsi e alloggiare
quest'anno si spenderanno in media 200 euro in pi- che nel 2010".
L'Adoc sottolinea come il costo di un traghetto quest'anno è aumentato del 70%, pari a circa 230 euro di aggravio rispetto allo scorso anno e per un biglietto aereo di andata e ritorno si spendono in media 112 euro in più, un rialzo del 25%, un
biglietto del treno costa il 7% in più. Prendere l'auto comporterà un esborso maggiore di oltre 20 euro per due pieni.
In rialzo dell'1,6% anche i pacchetti vacanza "tutto compreso", mentre l'alloggio in un albergo a mezza pensione per una settimana costa lo 0,8% in più.
La spesa media di una singola persona, per viaggio e alloggio, si aggira sui 700 euro, solo il 2% ha preventivato un budget superiore a 1000 euro per le proprie vacanze. Inoltre, il carovita ha costretto a ridurre drasticamente il soggiorno fuori
casa. Dunque crescono i viaggi low cost, scelti dal 39% dei vacanzieri e quelli pagati a rate, circa l'11%.
Secondo l'Aduc, infatti, l'indebitamento per le vacanze sta divenendo una pratica diffusa, in crescita di circa il 2% rispetto allo scorso anno, per un importo medio tra i 1500 e i 2000 euro, sia i viaggi, che i gli alberghi e i ristoranti oggi vengono pagati a rate. "Con il rischio, elevato - si sottolinea - che il relax di una settimana si tramuti in un sacrifico economico troppo oneroso da sostenere durante il resto dell'anno, visto che gli interessi arrivano anche fino al 24%".
Anche i tour operator stessi offrono prodotti finanziari ad hoc, che vanno ad aggiungersi agli altri tipi d'indebitamento.
"Il 58% sceglierà l'Italia e in particolare le località marittime come meta del proprio viaggio - continua Pileri - per chi andrà all'estero la meta preferita è l'Europa, in
particolare le citt... d'arte, solo il 23% si sposterà oltreoceano. Il 62% acquisterà un biglietto low-cost o si organizzerà in completa autonomia, magari in camper. I campeggi hanno registrato un aumento del prenotazioni del 2%, diventando
la meta preferita dal 5% dei vacanzieri".
Infine Adoc segnala come un nuovo fenomeno che sta prendendo sempre pi- piede è il couch surfing, letteralmente "saltare da un divano all'altro". E' un programma che permette di mettere in contatto persone da ogni parte del mondo. C'è chi mette a disposizione una stanza della sua casa e c'è chi parte e cerca
un posto in cui poter sostare per qualche giorno. "E' un sistema che offre la possibilità di viaggiare a costi molto bassi, una sorta di tour operator fai-da-te. Solo in Italia sono oltre 33mila i "praticanti", che crescono alla media del 2%
l'anno. L'età media è molto bassa, intorno ai 28 anni ma ci sono casi in cui viaggiare in questo modo sono persone ultra sessantenni".
giovedì 7 luglio 2011
mercoledì 6 luglio 2011
Morti bianche; niente onori statali per Claudio
VENEZIA. Un idraulico di una ditta di manutenzioni, Claudio Bedin di 54 anni di Mira, è morto nel primo pomeriggio di oggi alla Nuova Pansac nel veneziano. L'uomo, che lavorava per una ditta idraulica, stava facendo dei lavori di manutenzione - secondo quanto si è appreso - su una serie di tubature sul tetto di una palazzina. Per cause al vaglio dei carabinieri l'idraulico è caduto a terra da un'altezza di 10 metri rimanendo gravemente ferito e morendo
poco dopo il fatto.
Sul posto sono giunti i carabinieri, gli addetti dello Spisal e i sanitari del Suem 118 che non hanno potuto che constatare la morte. Per Massimo Meneghetti, segretario della Femca Cisl di Venezia, quanto accaduto ''va accertato con il coinvolgimento di tutti i soggetti competenti, così come vanno accertate le dinamiche dell'incidente e le eventuali responsabilità''.
lunedì 4 luglio 2011
Incredibile Azione Violenta di una Manifestante No TAV ai Danni delle Fo...
Ecco ciò che le TV controllate dal PDL (o dal PD) non vi faranno mai vedere!
sabato 2 luglio 2011
Le manifestazioni
La mobilitazione per difendere la Rete non resta confinata a computer e social network, ma scende in piazza con una serie di azioni di protesta. Lunedì 4 luglio, davanti alla sede romana dell'Agcom, Valigia Blu e Agorà Digitale porteranno centinaia di palloncini per lanciare un messaggio chiaro: la Rete vola, guai a chi cerca di ingabbiarla. Sempre a Roma è stata organizzata, presso la Domus Talenti di via delle Quattro Fontane 113, la Notte della Rete: 4 ore no-stop in cui si alterneranno cittadini e associazioni in difesa del web, politici, giornalisti, cantanti ed esperti. L'evento sarà in diretta streaming sul Fattoquotidiano.it e su una rete di tv locali.
Oltre all'azione dimostrativa romana, simili iniziative si stanno organizzando anche a Milano e Napoli, ad opera di Qui Milano Libera di Piero Ricca e degli Amici di Beppe Grillo nel capoluogo partenopeo.
Le petizioni
Il portale internazionale di attivismo online Avaaz.org ha lanciato lo scorso 28 giugno una petizione per invitare l'Agcom a non censurare Internet. Sul sito è possibile scrivere un breve messaggio da inviare proprio all'Autorità delle comunicazioni: un'azione che in pochi giorni è stata compiuta da oltre 100mila utenti e che cresce al ritmo di decine di adesioni al minuto. "Cari membri dell'Autorità per le comunicazioni – è questo il testo del messaggio che si può inviare dal sito - Vi chiediamo di astenervi dall'adottare la nuova regolamentazione numero 668 2010 che vi darebbe il potere di rimuovere contenuti da siti internet italiani e di chiudere i siti stranieri, se sospettati di violare il copyright. Nessuna decisione che sopprime la libertà della Rete e i nostri diritti fondamentali di accedere alle informazioni può essere presa senza la decisione di un giudice. Vi chiediamo di rimettere la questione al Parlamento, come prevede la nostra Costituzione".
La già citata associazione della galassia radicale Agorà digitale, insieme ad associazioni dei consumatori, rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti e all'avvocato Fulvio Sarzana si è fatta promotrice di un'altra raccolta firme attraverso sitononraggiungibile.it, una pagina che già dal nome rievoca la possibile scomparsa degli spazi web per mano dall'Agcom. Negli ultimi giorni il sito è stato vittima di attacchi informatici (come quello dell'Agcom), lanciati con l'obiettivo di rubare l'indirizzo mail degli aderenti alla raccolta firme. Il furto dei dati personali, secondo quanto riferiscono gli amministratori, è stato sventato, ma ancora oggi si registrano alcune difficoltà nell'accedere alla pagina (rilevata da alcuni browser come potenzialmente infestata da malware).
Il social network di Palo Alto non poteva mancare all'appello in questa mobilitazione e, come in tutte le recenti campagne di protesta, la Rete di contatti degli utenti sta contribuendo in maniera determinante alla diffusione di informazioni sulla delibera Agcom, provvedendo a colmare il vuoto informativo dei media mainstream. Un esempio su tutti è l'articolo di Alessandro Longo con l'intervista a Luca Nicotra di Agorà Digitale, che ha superato le 90mila condivisioni sul social network. Tra le altre pagine da segnalare c'è Il gruppo
«Si colpiscono le pensioni intorno ai 1.000 euro mensili netti», spiega Stefano Fassina, responsabile per il Pd di Economia e lavoro, visto che «dall'importo annuo indicato di 18mila euro va sottratto il 30 per cento di tasse». Dunque, precisa Fassina, «sono almeno 5 milioni i pensionati su cui ricadrà l'intervento». E questa, ha poi tenuto a sottolineare, «è sola una delle norme. Poi c'è il ticket che pesa soprattutto sui pensionati visto che più di altri ricorrono al servizio sanitario nazionale. E ancora, l'aumento da 34 a 120 euro del bollo sui titoli a partire dai 1.000 euro investiti; anche qui parliamo di piccoli risparmiatori spesso anziani». Da ultimo, ha proseguito, «c'è il colpo pesantissimo e insostenibile a Comuni, Province e Regioni, con 10 miliardi di tagli che vanno ad aggiungersi ai 13 miliardi dello scorso anno. Tutti gli amministratori, anche quelli leghisti, hanno già annunciato che dovranno tagliare i servizi sociali e assistenziali».
Non ci stanno neanche le parti sociali. «I pensionati cominciano a pagare subito e subiranno un ulteriore peggioramento della loro condizione nei prossimi anni». Lo afferma Carla Cantone, segretario generale dello Spi Cgil, commentando la manovra e i tagli previsti alla previdenza e all'assistenza. Cantone annuncia anche una manifestazione il 15 luglio davanti Montecitorio per protestare contro le decisioni del Governo. «Tra i più colpiti - sottolinea Cantone - saranno gli assegni previdenziali di importo medio, la maggioranza del totale dei pensionati, quelli che percepiscono intorno agli 800 euro netti, che, oltre a essere tassati maggiormente, avranno una riduzione drastica dell'assistenza socio sanitaria, un ulteriore balzello per salvaguardare la loro salute».
Per il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica si tratta di «una misura inaccettabile, inserita in una manovra che ancora una volta colpisce i soliti noti» a cui il sindacato «si opporrà con forza anche con la mobilitazione».
ROMA – La manovra economica del governo potrebbe costare ai cittadini italiani, solo per la Sanità, 500 euro all'anno. Questa e' l'ipotesi più probabile se, come appare da una prima lettura del testo, i finanziamenti per il settore diminuiranno di 10 miliardi in tre anni. A fare i calcoli è Federico Spandonaro, coordinatore Ceis Sanità della facoltà di Economia dell'Università Tor Vergata di Roma.
''Secondo la manovra – spiega Spandonaro al quotidianosanità.it – il finanziamento pubblico della Sanità dovrebbe aumentare dello 0,5% per il prossimo anno e del 1,4% in quelli seguenti con una media per il biennio 2013-2014 dello 0,9%''.
Un aumento che di fatto costituisce un ''taglio'': ''basta confrontare questi dati – sottolinea – con le previsioni di crescita del Pil, che il Governo stima fra il 3,1% e il 3,4% annuo, da qui al 2014. Quindi per la sanità pubblica si configura una recessione''.
Già dalle percentuali, rileva Spandonaro, ''è facile convincersi che alla Sanità si chiede un contributo rilevante al risanamento della finanza pubblica: il ''taglio'' è di circa il 1,7% annuo e, cosa ancora più rilevante, inferiore dello 0,6% della crescita reale per il 2013 e 2014'':
Il finanziamento pubblico della Sanità che ''è stato congelato al 6,7% del Pil da alcuni anni, in particolare si ridurrebbe – sottolinea l'economista – giungendo al 6,3% nel 2014. Affinché l'impatto sulle famiglie fosse nullo, la spesa sanitaria si dovrebbe ridurre di una somma di circa 10 miliardi di euro da qui al 2014, ovvero oltre il 6% circa di tutta la spesa sanitaria pubblica e privata attuale''.
A dimostrazione della rilevanza della manovra sul fronte sanitario, secondo l'economista, c'è una considerazione: ''affinché la manovra non comporti un impatto sulle famiglie, si allargherebbe in modo sostanzialmente inspiegabile il divario di spesa sanitaria fra l'Italia e gli altri Paesi Europei. Rispetto ai Paesi ricchi si raddoppierebbe il gap attuale, che vede la spesa sanitaria italiana già significativamente inferiore alla media di quei Paesi.
Ma che la spesa pubblica possa ridursi in modo così significativo rispetto al Pil, in controtendenza con gli andamenti internazionali, osserva Spandonaro, ''appare lecito dubitare: appare piu' probabile che i cittadini debbano mettersi le mani in tasca per pagare maggiori ticket (che infatti vengono aumentati), maggior prestazioni private e, infine, per pagare con tasse regionali i disavanzi''. Per mantenere i livelli di spesa sanitaria (pubblica e privata) attuali che si attestano a circa il 9% del Pil, quindi, le famiglie direttamente e indirettamente dovranno sborsare circa 10 miliardi, ovvero circa 500 euro annui a nucleo familiare.
A pagare il conto, rileva l'economista, saranno ''certamente i cittadini del meridione e del Lazio, Regioni dove si concentrano i disavanzi e quindi dove maggiore dovra' essere il prelievo compensativo. Per la restante parte, quella delle compartecipazioni, il rischio e' che il federalismo comportera' di nuovo che il maggiore onere relativo sia i cittadini piu' poveri, ovvero ancora quelli meridionali
«Uso i miei elicotteri perché mi sento in condizioni di sicurezza solo con quelli».
Vanno bene per Benedetto XVI e per Giorgio Napolitano, ma Silvio Berlusconi non si fida dei mezzi dell'Aeronautica. Così il premier, interrompendo la conferenza stampa di Giulio Tremonti sulla manovra da 47 miliardi, ha commentato l'inchiesta dell'Espresso sull'abuso di voli di Stato. E sui due nuovi elicotteri extralusso appena acquistati dal governo con una spesa che il nostro giornale ritiene vicina a 50 milioni di euro.
La frase del Cavaliere ha fatto infuriare gli uomini che si dedicano alla sua sicurezza, e in particolare il personale dell'Aeronautica che gestisce la flotta dei voli di Stato: uno stormo che ha livelli di affidabilità unici al mondo, senza che ci sia mai stato un incidente in oltre mezzo secolo. «E' molto grave che non si fidi delle istituzioni, dei mezzi e degli uomini che hanno il compito di assicurare gli spostamenti del presidente del Consiglio e ne tutelano l'incolumità», ha detto Ettore Rosato, deputato del Pd e membro del Comitato parlamentare di controllo sugli apparati di sicurezza: «Berlusconi ritiri la sua frase o dia spiegazioni nelle sedi appropriate».
Anche la smentita di Palazzo Chigi a 'L'Espresso' sulla questione dei nuovi elicotteri presenta elementi a dir poco discutibili.
Il politico avrebbe realizzato nella sua villa (200 metri quadri in una delle zone più panoramiche dell'isola) una piscina, contravvenendo alle norme edilizie, in un un'area sismica e sottoposta a vincolo paesaggistico. Nelle scorse settimane, dopo che Barbareschi aveva presentato un'istanza (il cosiddetto articolo 13), la soprintendenza di Messina aveva definito la piscina compatibile con il paesaggio, anche se l'ultima parola sarebbe comunque spettata al Comune di Lipari.
La vicenda che riguarda Barbareschi venne fuori lo scorso agosto nell'isoletta di 250 abitanti, soggetta a rigidi vincoli urbanistici, gli stessi che hanno recentemente permesso alla soprintendenza di bocciare il progetto di una piscina presentato da un'isolana. Già lo scorso anno Barbareschi spiegò che la piscina di circa 6 metri per 3 era stata realizzata nello stesso posto dove si trovava, sin dal 1964, una cisterna d'acqua.
Dopo la denuncia da parte dei carabinieri - che fecero un sopralluogo nella villa insieme ai tecnici comunali, trovando anche variazioni nella planimetria della costruzione e l'allargamento di un vano - vi fu pure una ordinanza di demolizione da parte del Tar, che stabilì in 90 giorni il tempo utile per il ripristino dei luoghi. Barbareschi presentò istanza alla soprintendenza, accolta positivamente; ma tutto questo non ha fermato l'indagine della procura.