sabato 9 febbraio 2013

Vicino all’aeroporto di Zhengzhou c’è il
quartier generale della Foxconn locale.
Fino a due anni fa c’erano solo campi coltivati
e alberi, oggi c’è uno degli impianti più
grandi al mondo di componenti e prodotti
elettronici costruiti su committenza dei grandi
marchi globali. Se ne sta lì, come un enorme
mostro. In base ai dati forniti dall’ufficio risorse
della Foxconn di Zhengzhou, alla metà di gennaio
2012, il totale degli operai e impiegati
assommava a 130.000 persone, di cui 122.000
provenienti dalla stessa provincia dell’ Henan.
Se non fosse la Foxconn, sarebbe impensabile
trovare una così alta concentrazione di
giovani nati dopo gli anni 80 e 90. I loro studi
sono stati brevi, vivono
in un mondo di
interessi molto
materiali ma non
hanno le risorse
e c o n o m i c h e
necessarie per
soddisfarli. Venire
alla Foxconn forse
non è una scelta
sbagliata: sei mesi
di prova, tre mesi
di test e poi possono
arrivare a un
mensile di 3.000
yuan. Facile essere
assunti, non serve nessuna istruzione tecnica.
Tanto se ce l’hai non ti servirà.
Gli operai non hanno affatto l’idea di lavorare
in una impresa hi-tech. Ogni giorno entrano
in reparto e disciplinati, tranquilli e anestetizzati
ripetono gli stessi movimenti alla catena.
Non hanno nessun interesse verso il futuro
della fabbrica, non sanno nemmeno in quanti
lavorano nel loro stesso reparto. Ogni giorno ci
sono operai che si licenziano, se ne vanno, che
vengono espulsi, che sono rimpiazzati. Catena
di montaggio di produzione, catena di montaggio
di operai.
A est della zona di produzione c’è un enorme
quartiere residenziale dove vivono
100.000 persone. La differenza rispetto alle
altre zone abitate
della città è
che qui non ci
sono famiglie,
solo dormitori
con posti
letto singoli.
Gli operai
della Foxconn
d e v o n o
pagarsi l’affitto
dell’alloggio.
Il lavaggio
dei vestiti
è gratuito, ad
ogni piano c’è
la televisione. Se un operaio si ammala, c’è
l’ospedale della Foxconn. Si presenta il certificato
medico e non si lavora, le medicine sono
rimborsate al 70-80%.
Fuori dalle aree abitate, strade impolverate,
e ovunque bancarelle che vendono merci e
cibo al dettaglio e sembra che tutti i sapori dei
cibi dello Henan si siano concentrati qui. Le
strade sono affollate di persone che vanno al
lavoro, che prendono i bus della fabbrica. Per
mangiare alla mensa bisogna sempre fare la
fila, anche per prendere posto. Ragazzi e ragazze
che staccano dal lavoro gironzolano per le
strade. Motorini elettrici, tre-ruote, furgoncini e
taxi illegali prendono clienti, rumore di clacson.
Dentro la zona abitata l’atmosfera chiassosa
del mercato è proibita. Gli internet point
fanno affari. Qui i ragazzi chiacchierano in rete
e giocano, vedono le fiction, alcuni invece se
ne stanno nel dormitorio a riposare.
«Lavorare è meno noioso del tempo libero,
ogni volta che hai tempo libero ti viene l’ansia
», dice un operaio nato dopo gli 80. Qui
non è città e non è campagna. Trascorrono
una vita separata dal mondo, angusta, senza
interessi, senza privacy e senza spazi dove
esprimere la propria libertà. Lontani dalla
famiglia, dalla società dei loro piccoli paesi
natii, arrivano in questo luogo che raccoglie
decine di migliaia di sconosciuti. Sono atterriti
e al tempo stesso indifferenti. C’è chi si affitta
una camera da solo o con altri compagni,
ma subito salgono i prezzi e i locali da affittare
si moltiplicano.
Anche se intascano due o tremila yuan, e
ogni giorno fanno straordinari da distruggere
le gambe per aumentare il proprio salario,
molti operai e
i m p i e g a t i
s p e n d o n o
tutto. Così
velocemente
che «le tasche
sono più pulite
della faccia». E
così continuano
a fare straordinari.
In
questa enorme
fabbrica spendono
la loro
giovinezza, e
non vedono
un’uscita. Il loro modo di vivere è modellato
dalle regole della Foxconn, influenzato da una
bassa cultura consumistica, vissuta fra sconosciuti,
senza sapere cosa fare.
La Foxconn è come un’enorme idrovora.
Risucchia dalle campagne decine di migliaia di
ragazzi e ragazze che rappresentano la vita, la
forza e la speranza, e li riunisce qui. Le campagne
diventano sempre più vecchie, chi ci resta
è ancora più solo e senza aiuto. Ma anche
senza la Foxconn, ci sono altre idrovore che
prendono i nongmin e li scaraventano ovunque.
Anche se la strada per il loro paese natale
non è lontana, è difficile tornarci.

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