«Lavoro, rischio crescente di tensioni sociali»
Camusso: «La recessione avrà un impatto duro sull'occupazione Va contrastato con un piano per il lavoro»
AMMORTIZZATORI SOCIALI - «Bisognerà anche - spiega la Camusso - riformare gli ammortizzatori sociali per tutelare maggiormente chi perde il lavoro, senza rinunciare agli interventi urgenti che si proporranno nei prossimi mesi. Fare queste due operazioni a parità di spesa 2011 ci sembra molto difficile». «Senza dimenticare - aggiunge il segretario generale della Cgil - che per noi il capitolo sulle pensioni non è chiuso: ci sono delle ingiustizie e delle discriminazioni che gridano vendetta e vanno risolte. Penso soprattutto a coloro che hanno perso e perderanno il lavoro e a chi stava maturando il diritto di andare in pensione che si vede di colpo allungato il lavoro di 5 anni. Questo non è giusto - conclude - e non è accettabile».
BONANNI - L'inasprirsi del conflitto sociale nei prossimi mesi di recessione dipenderà soltanto dal governo sottolinea invece il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, sottolineando che «dipenderà solo dal comportamento del governo. La Cisl chiede una concertazione vera su tutti i temi economici e sociali. La necessaria rapidità delle decisioni non può divenire un alibi per evitare il confronto con il sindacato. Non accetteremo - aggiunge - pacchetti prefeconfezionati o ispirati da altri». Il premier Mario Monti confida che non ci saranno «grosse» tensioni sociali. Tuttavia, sostiene il leader della Cisl «finora il governo ha voluto fare da solo e infatti la reazione del sindacato è stata la diretta conseguenza di questa scelta. Verificheremo nei prossimi giorni se ci sarà un cambiamento nella linea del governo e se alle parole del presidente Monti corrisponderanno i fatti».
CEI - Sulla vicenda è intervenuto anche l'arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, rispondendo ai cronisti sull'allarme lanciato dai sindacati per il rischio di tensioni sociali. Per Bagnasco per «evitare il pericolo di tensioni sociali» è necessario «essere più positivi» e «creare coesione».
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