martedì 11 gennaio 2011

IL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE CONDANNATO DAL TRIBUNALE CIVILE PER AVER TAGLIATO ANCHE DEL 50% LE ORE DI SOSTEGNO AI RAGAZZI DISABILI…DIVERSE FAMIGLIE AVEVANO PRESENTATO RICORSO IN PROCURA CONTRO IL MINISTERO E L’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE…LE BUGIE DELLA GELMINI

A inizio anno, il ministro Gelmini aveva promesso l’aumento degli insegnanti da affiancare agli studenti con disabilità.

In realtà, le famiglie hanno assistito al drastico taglio delle ore di sostegno. Da qui la decisione del ricorso.

Supportata dalla convinzione che la scarsità delle risorse non potesse giustificare la lesione di un diritto fondamentale come quello all’istruzione.

E così ieri i giudici milanesi hanno dichiarata “accertata la natura discriminatoria della decisione delle amministrazioni scolastiche di ridurre le ore di sostegno scolastico per l’anno in corso rispetto a quelle fornite nell’anno scolastico precedente (2009-2010)”.

“E’ una sentenza importante”, spiega l’avvocato Livio Neri di Avvocati per Niente onlus, legale dei 17 genitori.

“Per la prima volta un giudice parla di discriminazione in materia di sostegno scolastico”.

Altra novità è la scelta di tante famiglie di agire collettivamente.

“Questa decisione – precisa Neri – impedirà agli uffici scolastici di tirare la coperta, togliendo le ore a chi non protesta”.

Ma il direttore scolastico per la Lombardia Giuseppe Colosio frena: “Potremo fare ben poco – afferma – non ci sono soldi”.

Ma Neri riosponde: “Il modo andrà trovato”.

Dopodiché annuncia un esposto in procura nel caso in cui le amministrazioni non dovessero provvedere entro i trenta giorni stabiliti dal giudice.

“La vittoria più grande”, chiarisce Maria Spallino, uno dei genitori che hanno presentato il ricorso, “è l’aver dimostrato che fare rete tra le famiglie può davvero cambiare le cose”.

E rilancia: “Questo è un primo passo all’interno di un percorso che ci vede impegnati perché i nostri figli camminino a testa alta, a scuola come in ogni momento della loro vita nella società”.

I genitori degli studenti sono stati assistiti nella causa dall’associazione Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità).

“Da oggi le famiglie possono contare su uno strumento legale più rapido ed efficace per far valere i diritti dei loro figli”, spiega Marco Rasconi, presidente di Ledha Milano.

“Grazie a questa sentenza – continua Rasconi – ci auguriamo che altre famiglie escano dall’ombra per difendere il diritto dei propri figli alla formazione scolastica e non solo”.

Una sentenza che diventa un monito a certa politica degradata che pensa si possa tagliare tutto indiscriminatamente, spesso a danno dei più poveri e dei meno tutelati, operando delle odiose discriminazioni contro chi dalla vita ha già avuto sofferenza e pena.

Quella stessa politica che non dimezza le auto blu, i privilegi della casta, gli enti inutili, per poi tagliare i servizi sociali ai bisognosi.

No, la nostra destra tutelerebbe prima loro e manderebbe i politici sui mezzi pubblici, a contatto con i problemi quotidiani di quei cittadini che dovrebbero rappresentare e tutelare.

Una politica al servizio del popolo, non dei potenti.

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