martedì 11 gennaio 2011

Il fatto, già metabolizzato, è l’azzeramento della giunta di Roma da parte del sindaco Gianni Alemanno. L’ipotesi, invece, è di quelle suggestive e un po’ inquietanti: inserire nel rimpasto il nome dell’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso con la carica di vicesindaco. Che uscito dalla porta del Governo è rientrato dalla finestra del Comune della Capitale.

Chi pensava di essersi liberato dell’uomo delle emergenze si rassegni. Il pensionamento più annunciato della storia della Repubblica e poi finalmente arrivato, rischia di durare un battito di ciglia. Silvio Berlusconi chiama e dice: “Emergenza”. Bertolaso mette il giacchetto “scudettato” da superman per tutte le stagioni e risponde “presente”. In questo caso per fare da “badante” al periclitante Gianni Alemanno, in difficoltà con la gestione del Comune, con gli alleati forzisti, con le sue affamate truppe, con i cittadini che gli hanno ritirato il consenso. E con gli inossidabili “poteri forti”, più inclini a fidarsi di un Bertolaso che di un figlio della Fiamma.

Quello da vicesindaco, spiega il quotidiano la Repubblica, per Bertolaso sarebbe un trampolino, un punto di partenza più che di arrivo. Si tratterebbe di una sorta di biennio di “affiancamento” al termine del quale Bertolaso lancerebbe la sua personalissima corsa al Campidoglio mentre Alemanno si dedicherà alla politica nazionale. C’è stato un momento in cui il suo nome era circolato addirittura tra i papabili delfini di Berlusconi. Poi è venuta la gestione di Roma, le liti con i forzisti, parentopoli e le bordate degli “ex camerati” e Alemanno è sceso giù di gradimento. Togliendosi d’impaccio al punto giusto, però, può ancora salvare il salvabile.

Il perché della “manovra” lo spiegano, sempre secondo Repubblica, i numeri, quelli di un “sondaggio segreto” che, messi sulla scrivania del sindaco lo hanno fatto sussultare. Se si votasse oggi, in un ipotetico ma plausibile scontro tra Alemanno e il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, l’attuale sindaco uscirebbe con le ossa rotte. Il candidato del Pd prenderebbe il 58% dei voti, Alemanno il 42%. Numeri con cui ai romani verrebbe anche risparmiata la fatica del ballottaggio. Numeri che per Alemanno significherebbero, di fatto, un pensionamento molto anticipato (almeno secondo le sue aspettative) dalla vita politica.

Senza tirare in ballo i sondaggi segreti ci sono quelli ufficiali. BlitzQuotidiano ne ha scritto ieri: nella classifica dei sindaci più amati dagli italiani Alemanno è in piena “zona retrocessione” e il suo gradimento scende in modo repentino. Berlusconi, che coi sondaggi ha costruito un partito, corre ai ripari.

Riecco Bertolaso, quindi. L’anagrafe dice che ha 60 anni (pochi per uno che aveva detto di voler fare il solo il pensionato) e che è romano, fatto che potrebbe essergli utile in una campagna elettorale che non disdegnerà la retorica.

Alla promessa della pensione, del resto, non aveva creduto nessuno. Lasciando la Protezione civile Bertolaso si è messo sul mercato in attesa della prima chiamata utile. E quella di Roma, per quanto difficile, sembra proprio la sfida tagliata su misura per lui. Innanzitutto c’è la visibilità, ossessione della carriera dell’ex capo della Protezione civile, uno che senza telecamere al seguito l’elicottero lo lascia in garage. La carica di sindaco gli imporrà forse un cambio di “mise”, almeno per quello che riguarda il giacchetto: via lo scudetto tricolore e spazio alla lupa capitolina. E dovrà rinunciare a qualche rudezza.

E poi Roma, simbolo come pochi dell’emergenza permanente. Emergenza perché il Pdl precipita nei sondaggi, emergenza perché il bilancio del 2010 è un pozzo senza fondo. Alemanno ha dato la colpa alle precedenti gestioni. Almeno in parte avrà certamente ragione. Certo, le nomine dei manager amici al Comune non hanno dato una mano a risanare le casse.

“Dove c’è emergenza c’è Guido” deve aver pensato Berlusconi. Anche perché Bertolaso è uno che potrebbe attirare il voto moderato (si pensi all’Udc) e il placet della Chiesa (almeno quello di Propaganda Fide) che a Roma non è certo poco. Che poi Roma si presti poco alle soluzioni spicce ed emergenziali è un problema che si affronterà, forse, dopo. Intanto Bertolaso si mette in seconda fila e guarda con bramosia alla fascia tricolore di Alemanno.

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