Per i contratti a tempo determinato ci sono delle nuove regole dopo la riforma del lavoro giovanile. Il Governo ha, infatti, messo a punto il decreto lavoro e ha fatto notare come ci siano già quasi 2.000 aziende pronte ad utilizzare gli incentivi per l’occupazione. Ma quali sono i provvedimenti importanti che sono stati messi in atto, soprattutto a favore dei giovani? Vediamoli tutti.
I giovani potranno beneficiare di alcuni incentivi
dati alle imprese disposte ad assumerli, ma potranno anche diventare
imprenditori di loro stessi, con facilitazioni nel costituire una start
up. Si promettono contratti più snelli e uno slittamento dell’aumento
dell’Iva.
INCENTIVI PER CHI ASSUME – I datori di
lavoro che assumeranno dipendenti con età compresa fra i 18 e i 29 anni
entro il 30 giugno 2015 avranno diritto per 18 mesi a un contributo che
corrisponde ad un terzo della retribuzione mensile lorda
imponibile ai fini previdenziali. La cifra, comunque, non dovrà
superare i 650 euro. Un altro incentivo del genere per 12 mesi andrà a
chi trasforma un contratto a tempo determinato in uno a tempo
indeterminato. Se i datori di lavoro decidono di stabilizzare un disoccupato che percepisce l’Aspi, riceveranno un contributo pari al 50% dell’indennità mensile residua.
START UP – Sarà più facile costituire una start up.
Per le società a responsabilità limitata basterà un euro e i soci non
per forza dovranno avere meno di 35 anni. Chi deciderà di investire nel
capitale sociale di imprese innovative avrà delle agevolazioni fiscali.
APPRENDIMENTO PROFESSIONALIZZANTE
– Sono state stabilite delle linee guida specifiche per l’apprendimento
professionalizzante. I principi dovranno essere adottati dallo Stato e
dalle Regioni entro il 30 settembre. In particolare, saranno finanziati i
tirocini formativi, l’orientamento nel settore della cultura e l’alternanza scuola-lavoro.
SNELLIMENTO DEI CONTRATTI – Fra un contratto a termine e l’altro si avranno tempi più brevi.
Si tratta da 60 a 10 giorni per i contratti fino a 6 mesi e da 90 a 20
giorni per quelli più lunghi. Se non c’è la pausa, automaticamente
scatterà la conversione a tempo indeterminato. E’ stato fissato un
limite massimo di chiamata per i lavori intermittenti. Il tutto
corrisponde a 400 giornate in 3 anni.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento