venerdì 9 agosto 2013

Contratti a tempo determinato: le nuove regole dopo la riforma del lavoro giovanile

Per i contratti a tempo determinato ci sono delle nuove regole dopo la riforma del lavoro giovanile. Il Governo ha, infatti, messo a punto il decreto lavoro e ha fatto notare come ci siano già quasi 2.000 aziende pronte ad utilizzare gli incentivi per l’occupazione. Ma quali sono i provvedimenti importanti che sono stati messi in atto, soprattutto a favore dei giovani? Vediamoli tutti.


I giovani potranno beneficiare di alcuni incentivi dati alle imprese disposte ad assumerli, ma potranno anche diventare imprenditori di loro stessi, con facilitazioni nel costituire una start up. Si promettono contratti più snelli e uno slittamento dell’aumento dell’Iva.
INCENTIVI PER CHI ASSUME – I datori di lavoro che assumeranno dipendenti con età compresa fra i 18 e i 29 anni entro il 30 giugno 2015 avranno diritto per 18 mesi a un contributo che corrisponde ad un terzo della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. La cifra, comunque, non dovrà superare i 650 euro. Un altro incentivo del genere per 12 mesi andrà a chi trasforma un contratto a tempo determinato in uno a tempo indeterminato. Se i datori di lavoro decidono di stabilizzare un disoccupato che percepisce l’Aspi, riceveranno un contributo pari al 50% dell’indennità mensile residua.
START UP – Sarà più facile costituire una start up. Per le società a responsabilità limitata basterà un euro e i soci non per forza dovranno avere meno di 35 anni. Chi deciderà di investire nel capitale sociale di imprese innovative avrà delle agevolazioni fiscali.
APPRENDIMENTO PROFESSIONALIZZANTE – Sono state stabilite delle linee guida specifiche per l’apprendimento professionalizzante. I principi dovranno essere adottati dallo Stato e dalle Regioni entro il 30 settembre. In particolare, saranno finanziati i tirocini formativi, l’orientamento nel settore della cultura e l’alternanza scuola-lavoro.
SNELLIMENTO DEI CONTRATTI – Fra un contratto a termine e l’altro si avranno tempi più brevi. Si tratta da 60 a 10 giorni per i contratti fino a 6 mesi e da 90 a 20 giorni per quelli più lunghi. Se non c’è la pausa, automaticamente scatterà la conversione a tempo indeterminato. E’ stato fissato un limite massimo di chiamata per i lavori intermittenti. Il tutto corrisponde a 400 giornate in 3 anni.

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