Alfano non li sopporta e anche la Santanché li guarda con sospetto. Ma
allora chi c'è dietro gli ultrà di Berlusconi? Una catena di comando
che va da Diego Volpe Pasini fino a Bondi passando per Dell'Utri. Mentre
il Cavaliere è pronto tanto a servirsene quanto a prendere le
distanze, a seconda della convenienza
L'ultima trovata è la petizione per l'amnistia. Una raccolta di
firme per presentare al Parlamento la legge salva-Silvio, che
nessun partito - per ragioni diverse - potrebbe proporre. Bastano
50 mila sottoscrizioni, fra i berlusconiani. Roba da poco. Ma
soprattutto, se la proposta non arrivasse mai al voto, resta un
modo per mettere in piedi sul territorio una struttura di volontari
da far pesare al momento delle grandi decisioni.
Già. C'è un partito parallelo che da mesi si muove nel nome di
Berlusconi, ma a sua insaputa. Ultimo nato è proprio l'Esercito di
Silvio. Cui peraltro non crede nessuno. «Ma chi sono quelli lì?»,
ripetono i big pidiellini. «Che vogliono dal Presidente?».
Domanda legittima, se si pensa che il portavoce del movimento,
Simone Furlan, padovano, è talmente poco noto al suo partito da non
avere alcun rapporto nemmeno con il suo concittadino più illustre
alla corte del Cav, l'avvocato Niccolò Ghedini. Tanto che il legale
dell'ex premier non fa mistero di vedere come fumo negli occhi le
iniziative populiste che da un anno a questa parte nascono come
funghi intorno al quasi ex Cavaliere. Eppure, se si fa qualche
verifica in loco, dalle truppe dell'Esercito spunta un altro nome
noto.
Fra i primissimi arruolati, c'è pure Diego Volpe Pasini,
l'imprenditore friulano che un anno fa cenava in allegria a casa di
Berlusconi, in compagnia di avvocati, finanzieri e qualche amica.
Lo stesso che vergò il piano "Rosa tricolore", bollato dai vertici
del Pdl come la «fantasia di un pazzo», ma discusso con Berlusconi
il 21 giugno 2012. E, soprattutto, che conteneva un'indicazione: il
ritorno a Forza Italia. Pazzo, peone, mitomane quanto si vuole,
quel progetto si è manifestato a distanza di un anno sotto la
residenza romana del Cavaliere.
Quando è ricomparso il simbolo della discesa in campo del 1994.
«Oggi sono tutti favorevoli al ritorno di Forza Italia, ma quando
io organizzai a Milano la prima manifestazione con le vecchie
bandiere fui lasciato solo», si sfoga Volpe Pasini. Che da quei
giorni di lite con il segretario Angelino Alfano ha congelato, suo
malgrado, i rapporti con Silvio. E così, nel mondo parallelo dei
fan di Berlusconi, ecco comparire anche il sindaco di Pavia
Alessandro Cattaneo, così come l'avvocato Gianpiero Samorì, classe ?
57, modenese, milionario, fondatore dei "Moderati rivoluzionari"
con ambizioni di ministro.
A portarlo da Berlusconi fu Volpe Pasini, ancora lui, e, oggi che
l'Esercito cresce, è sempre Volpe Pasini a tessere la rete. E a
mettere insieme mondi diversi. Oltre ad Alfano, a sbarrare la porta
ai ribelli ci sono pure Maurizio Gasparri e Daniela Santanché,
titolari della corrente dei falchi e tacciati, dai ribelli, di
essere berlusconiani dell'ultima ora. E ancora l'ex ministro Maria
Stella Gelmini. Fra i big, però, c'è pure chi, senza farsi troppo
notare, tiene aperto un ponte con i filo-Cav.
Anche perché se ufficialmente Berlusconi sta con i vertici del suo
partito e censura, censura e censura, tiene sempre aperta una porta
all'ipotesi bis. E cioè che domani possa tornargli utile proprio
quella mobilitazione, che non è costata fatica. E che,
all'occorrenza, può essere sconfessata con un tweet.
Fra i coordinatori, il più aperto è Denis Verdini, così come
l'ex pupillo di Silvio, Raffaele Fitto, e lo stesso Sandro Bondi,
quello che invocò la "guerra civile" e, poche ore dopo, vide
scendere in piazza proprio l'Esercito di Silvio. Buoni i rapporti
anche con Marcello Dell'Utri, che nel piano del 2012 figurava fra i
leader storici da non rottamare. Ma che ne sarà dei soldati
berlusconiani? Conoscendo Volpe Pasini, slogan a parte, quel che
conterà saranno le "caserme della libertà" che, grazie alla
raccolta di firme per l'aministia, riusciranno ad aprire. Con
l'obiettivo di rientrare dalla porta di Forza Italia, dopo essere
stati lanciati dalla finestra del Pdl.
venerdì 9 agosto 2013
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