lunedì 26 dicembre 2011


Domanda: ma dove erano negli anni passati i due signori a destra nella foto ?

Presidi a Montecitorio. Cgil: «Le pensioni non sono capitolo chiuso».

Vigilia di Natale di piazza per i sindacati, sempre sul piede di guerra contro il Professore e la manovra che si accanisce sulla classe media. Dal palcoscenico dei presidi unitari di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso ha fatto il punto sul capitolo-pensioni, uno dei più scottanti della stangata Monti.
«Non è una partita chiusa. Il governo lo sappia», ha detto il segretario generale della Cgil, «quella è una partita che va riaperta e bisogna trovare delle soluzioni». Il monito all'esecutivo, dopo gli scioperi già indetti a dicembre, è chiaro. «Non vorremmo scoprire che l'unica riforma che si farà in Italia è quella delle pensioni», ha detto il leader della Uil, Angeletti. Anche lui ha chiesto più garanzie per il mondo del lavoro «quello che rema in questo Paese. Noi, i lavoratori siamo quelli che remano, gli altri sono passeggeri e spesso non pagano nemmeno il biglietto».
Non sono bastae quindi le parole rassicuranti del presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano, ma neppure quelle speranzose di Renato Schifani, presidente del Senato.
MEGLIO LA RIFORMA FISCALE. La vera riforma strutturale che andrebbe fatta in questo Paese, secondo i tre leader «dovrebbe sostenere la crescita, di cui non vi è traccia nella manovra del governo». Invece i sindacati chiedono «la riforma fiscale».
«Noi» affermano all'unisono Camusso, Bonanni, Angeletti e Giovanni Centrella «abbiamo bisogno di diminuire le tasse sul lavoro», perché è «l'unico incentivo a far diventare il lavoro conveniente. Questa è la vera sfida del governo se davvero vuole migliorare il nostro paese».
IL CUNEO FISCALE. «C'è una strada che il governo può prendere» ha aggiunto la Camusso «intervenire sul cuneo fiscale, cioé tornare a discutere delle grandi ricchezze e della patrimoniale, per abbassare il peso fiscale sui pensionati. Se non si salvano le condizioni dei lavoratori e dei pensionati, non si salva il paese».
«I mercati non credono a un paese che impoverisce i lavoratori e tassa i poveri» ha commentato il leader della Cisl Bonanni. Il fulcro delle ripresa «è la riforma fiscale» perché questa manovra a base di «tasse al 60% non è né equa né rigorosa e crea premesse per una ulteriore recessione».
Poi ha spiegato la reazione degli investitori al varo della manovra: «Lo spread aumenta perché nessuno crede che questi provvedimenti faranno crescere il paese. Adesso aprire discussione
nuova sostenuta dai partiti».
IL CONFRONTO DEVE PROSEGUIRE. Al governo i sindacati chiedono di di affrontare la fase 2 meglio di come ha agito nella fase 1: «Parlandone con le parti sociali su mercato del lavoro, precarietà, fisco», ha detto il segretario della Cgil.
Per Camusso «nessuna partita è chiusa solo perché c'é stato il voto di fiducia. Se non vogliamo un 2012 pieno di problemi e disoccupazione, il governo si confronti con la realtà del Paese, non con l'oggetto degli studi». Quindi se il governo «pensa di andare diritto lungo la sua strada, troverà ostacoli contro cui andrà a sbattare».


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