A dare il benvenuto ai 15mila delegati e delegate della CGIL nel giorno dell'assemblea nazionale straordinaria è Paolo Serventi Longhi, direttore di “Rassegna sindacale”. Sul palco allestito al Palalottomatica si è tenuto oggi un importante confronto con al centro il tema del 'Lavoro: unica cura per il Paese'. E' questo infatti lo slogan scelto dalla Confederazione per l'Assemblea. “Il lavoro che c'è, quello che non c'è, il lavoro dei precari, ma anche delle donne e dei migranti. Parleremo - ha detto Serventi Longhi - dei contratti, delle tante vertenze che ancora non hanno una soluzione".
Sul palco si sono succedute le testimonianze di 13 lavoratori, 13 facce della crisi che hanno raccontato il lavoro oggi in Italia. Dopo la relazione introduttiva del Segretario Confederale della CGIL Fulvio Fammoni, a prendere la parola dal palco del Palalottomatica è Simona Petracca delegata della FILLEA CGIL alla Jafab, un'azienda in crisi "per mafia". Simona ha aperto il suo intervento raccontando la lunga agonia che l'azienda e i lavoratori hanno affrontato, a partire dal cambio di proprietà, i licenziamenti, la Cassa integrazione ordinaria e poi straordinaria. “La FILLEA - ha affermato la delegata - ci accompagna in questo periodo buio e ci permette di svolgere al meglio la funzione di delegati”, in questo modo, ha spiegato “possiamo tentare di lottare per i lavoratori”. Nel concludere Simona ha avvertito: “a noi impiegati superflui resta il riciclo, ma non siamo, disposti pur di lavorare, a rinunciare ai contratti che regolano i diritti dei lavoratori”.
“La situazione è difficile per tutti anche per chi lavora in banca. Unicredit ha più di 5mila esuberi”. A raccontarlo è Andrea Bonansea delegato della FISAC CGIL, che ha spiegato come si stia battendo con la categoria per tutelare le lavoratrici ed i lavoratori, e far sì che la crisi economica che si sta riversando anche sulle banche, non danneggi ancora di più i dipendenti. Tante le difficoltà in questa fase e se è indiscutibile che il sistema bancario ha contribuito ad aumentare la crisi, anche con investimenti sbagliati, finanziamenti inadeguati e scelte errate, il rischio è, ha sottolineato Andrea, “che la necessità di ridurre le spese e tagliare i costi si riversi solo sul personale”. "È necessario ridurre, ma anche investire" ha affermato il delegato "tagliare i costi alle consulenze milionarie, ma anche assumere per dare un contributo alla diminuzione della disoccupazione e aumentare la stabilizzazione dei giovani”.
La storia di Martina Bedin delegata FP CGIL presso la Cooperativa sociale 'Codess' a Padova, è quella dei tanti operatori socio-sanitari nel settore dell'assistenza agli anziani, che vivono i tagli al settore pubblico sulle loro spalle. “Il mio lavoro mi piace, è un lavoro faticoso, ma ha una retribuzione bassa” ha lamentato la delegata. “Io dovrei prendermi cura delle persone. Ma ho anche paura di perdere il lavoro. Ho bisogno del mio lavoro per vivere”, ha raccontato Martina. La delegata della FP CGIL ha continuato, spiegando come “a causa dei tagli ai servizi pubblici effettuati dalla manovra, ci vengono ridotte le ore di lavoro, arriviamo a 12, 15 ore di lavoro a settimana. Riuscirò – ha domandato Martina - a prendere una pensione dignitosa?”. Rivolgendosi al Governo Monti la sindacalista ha detto “vorrei dire che quelli come noi sono in ristrettezze economiche, con limitate possibilità di poter investire nella propria istruzione e in quella dei propri figli. È ora – ha concluso - che chi non ha mai pagato cominci a pagare”.
Non è mancata dal palco del Palalottomatica a Roma la testimonianza del mondo dei precari. “Estendiamo i diritti, non la precarietà”. E' questo il grido di Valentina Messana, giovane 'NON+ disposta a tutto' e praticante in uno studio legale a Pisa, che, prendendo la parola ha evidenziato come 'giovani e precari' sia diventato, purtroppo, un "binomio inscindibile". "Siamo una generazione tradita nelle aspettative e nei nostri sogni" nonostante, ha affermato Valentina "abbiamo una formazione scolastica e universitaria molto più elevata rispetto alle generazioni precedenti". Tuttavia, ha insistito Valentina, "non ci rassegniamo a rimanere una generazione sconfitta, per questo abbiamo intrapreso, con la campagna 'Giovani Non+ disposti a tutto', un lungo percorso contro la precarietà. Dobbiamo porre fine ai ricatti, basta ai finti stage e tirocini e basta con le finte partite IVA. Dobbiamo - ha concluso Valentina Messana - estendere i diritti a tutti i lavoratori e le lavoratrici".
"Sono una stabilizzata miracolata" si definisce cosi Francesca Assennato delegata FLC CGIL, "che lavora presso l'Istituto superiore di Protezione Ambientale. Consapevole delle difficoltà di questa generazione, ringrazio la CGIL perché ha contribuito a far si che si parli di precarietà, tema fino a qualche anno fa rimasto in sordina”. In questi anni di tagli la politica ha cercato di ammazzare il settore pubblico, “non vogliamo più vedere questo scempio, ed oggi sarebbe folle non investire nell'istruzione e nella ricerca: una nuova istruzione libera e laica in spazi sicuri è indispensabile”. Francesca ha voluto richiamare l'attenzione sugli ultimi disastri ambientali che hanno colpito l'Italia da nord a sud che sono il risultato di politiche miopi e superficiali. Gli enti di ricerca sono continuamente messi in discussione, strangolati dai tagli, e ormai non più in condizione di svolgere con attenzione le proprie attività. "Non siamo messi in condizione di poter lavorare bene – he denunciato la delegata FLC CGIL-. Sappiamo bene che prevenire costa meno che intervenire dopo”. Ma, tutto ciò, secondo Francesca “vorrebbe dire cambiare le priorità della politica, destinare soldi alla gestione di un fiume calmo e non ad un centro commerciale. Sono scelte che – ha concluso Francesca - difficilmente vengono utilizzate in campagna elettorale, ma bisognerebbe assumersi la responsabilità di proporle”.
C'è anche chi il lavoro l'ha perso, all'assemblea dei delegati e delle delegate della CGIL. Pasquale Casarano del NidiL CGIL era un lavoratore in somministrazione presso l'INPS di Napoli. Come tanti, ha vissuto i tagli al personale della pubblica amministrazione, voluti dal governo precedente, che hanno colpito prima di tutto i lavoratori precari. “Noi lavoratori precari presso l'INPS rappresentavamo il 6% della forza lavoro dell'Istituto. Con i nostri licenziamenti, non solo si è capito che il governo precedente non aveva rispetto per il lavoro, ma si è causato anche un pesante disagio per l'utenza, a cui noi fornivamo servizi importanti, come la Cassa integrazione, la disoccupazione, l'invalidità civile”, ha continuato Pasquale. Al Governo il NidiL CGIL chiede di elaborare una “riforma strutturale del mercato del lavoro, perché la crisi non può essere un alibi per completare la macelleria sociale. Vogliamo – ha concluso - che vengano date risposte ai tanti problemi del lavoro, non che si continui per la strada della disoccupazione e della marginalità, che non fa altro che creare nuovi schiavi”.
“So di essere un lavoratore 'privilegiato' rispetto alle tante persone che oggi sono qui e che hanno un'occupazione precaria, perchè ho un lavoro stabile". Ha esordito così Enzo Collorà, delegato SILP CGIL nella squadra mobile di Palermo, che ha aggiunto "purtroppo i pesanti tagli a tutto il comparto sicurezza stanno rendendo il nostro lavoro sempre più difficile". Per il futuro dell'Italia, secondo Collarà, è importante investire nella sicurezza, soprattutto in un Pase come il nostro in cui è forte la corruzione, l'illegalità e l'economia mafiosa. Con i pesanti tagli, Collarà ha sottolineato come si sia generata “più insicurezza: meno controlli e interventi meno tempestivi”. Inoltre, ha avvertito il delegato CGIL "con i tagli alle intercettazioni le indagini alla corruzioni e alla malavita organizzata non andranno da nessuna parte. "Per questo - ha concluso Enzo Collarà - da cittadino, da poliziotto e da orgoglioso delegato del SILP CGIL faccio appello al nuovo governo: si torni ad investire nella sicurezza e ci fornisca degli strumenti adatti per operare".
“Parlare di trasporti significa tenere gli occhi fissi sul contesto nazionale e internazionale”, così Sara Tripodi delegata FILT CGIL Milano, lavoratrice del trasporto ferroviario ha introdotto il suo intervento. Sara ha illustrato la difficile situazione in cui versa il sistema dei trasporti e quello ferroviario nel nostro paese. “La drastica riduzione delle risorse – ha spiegato Sara - ha comportato: aumento delle tariffe, tagli alle corse e ripercussioni economiche e ambientali”. Per quanto riguarda il rinnovo del contratto della mobilità la delegata ha ricordato il prossimo sciopero del 15 e 16 dicembre perchè, ha affermato la delegata FILT CGIL “siamo stanchi di una trattativa che da 4 anni non ha avuto alcun esito”. Il governo, ha insistito la sindacalista “è parte chiamata in causa. Il contratto deve permettere l'assunzione di migliaia di lavoratori, abbiamo bisogno di regole comuni”. Nel concludere Sara Tripodi ha avvertito “non abbiamo paura di un contratto che parli di qualità ed efficienze perchè sappiamo l'importanza della mobilità per il paese”.
A volte, le difficoltà della crisi economica nascondono altre esigenze. È il caso di Sanafi, azienda farmaceutica con diverse sedi in Italia, dove lavora Jide Bominbade ricercatore e delegato FILCTEM CGIL a Milano. “Secondo il nuovo piano industriale presentato ci sarà il 15% del tagli del personale, più di 600 esuberi” ha avvertito Jide. Secondo il delegato FILCTEM non si tratta di un'azienda in crisi, ma di nuove esigenze di mercato. “I lavoratori – ha concluso Jide - non ci stanno e sono in stato di agitazione, vogliono portare alle luce, la verità”.
“Noi siamo la categoria dei lavoratori invisibili, siamo i lavoratori dei call center” così si definisce Michela Miceli, ex lavoratrice Teleperformance di Taranto ed RSU della SLC CGIL. “Abbiamo creduto nella nostra azienda, nel nostro lavoro, è stato facile affezionarsi all'azienda. Ci avevano fatto un contratto a tempo indeterminato, che voleva dire poter avere un futuro per noi e per i nostri figli” ha raccontato Michela. Anche lei è la testimonianza di una storia di licenziamenti di massa, “abbiamo fatto tanti sacrifici per la nostra azienda, poi sono cominciati gli esuberi per più di 2 mila lavoratori”. Non è stata la crisi a causare i licenziamenti, ma il trasferimento della sede nei Paesi con manodopera a più basso costo. “L'unica cosa che chiediamo – ha concluso Michela - è di lavorare dignitosamente, perché la nostra dignità non ce la toglieranno mai”.
“Il settore della vigilanza privata vuole fare la sua parte per aiutare l'Italia ad uscire dalla crisi, ma dobbiamo essere considerati parte importante di questo Paese, non più una riserva indiana”. Ha dichiarato, nel corso del suo intervento, Andrea Negri, RSA FILCAMS nel settore della vigilanza privata. Un'occupazione, secondo il delegato, spesso trascurata dall'opinione pubblica. Rivolgendosi al Premier Monti, che domani annuncerà la manovra alle parti sociali, Negri ha ribadito l'importanza di “rigore, crescita ed equità”, ma ha precisato “noi accettiamo maggiore rigore, ma si deve coniugare con l'equità per far ripartire la locomotiva della nostra economia, i sacrifici richiesti devono guardare anche verso la crescita”.
Infine, a testimoniare la lotta della CGIL contro il caporalato è Ivan Jean Pierre Sagnet delegato FLAI CGIL. Ivan è uno studente universitario al Politecnico di Torino che d'estate, per pagare le tasse universitarie, raccoglie pomodori sotto caporale in Puglia a Nardò. Ivan è uno di coloro che questa estate ha organizzato il primo sciopero di lavoratori migranti agricoli nei campi pugliesi. Il delegato della FLAI CGIL ha raccontato la sua esperienza nei campi di raccolta di pomodori e angurie in Puglia, dove centinaia di immigrati vivono in condizioni di vita “disumane”, ridotti allo stato di “schiavitù” dai caporali. “Non è stato facile – ha spiegato Ivan - organizzare lo sciopero, ma grazie alla FLAI CGIL siamo riusciti a realizzare qualcosa di straordinario questa estate”. Ivan ha poi elencato alcune vittorie ottenute grazie alla FLAI CGIL: una legge contro il reato penale del caporalato e un provvedimento regionale sulle liste di prenotazione per l'impiego “che permettono un rapporto diretto con l'azienda”, perchè ha affermato il delegato “le aziende devono capire che hanno responsabilità e la loro forza sono i lavoratori”.
Queste sono solo 13 testimonianze di lavoratori vittime di crisi aziendali, di politiche del lavoro sbagliate, di un sistema che ha incentivato sempre più il precariato e il lavoro nero. Ma sono milioni i lavoratori con la loro storia da raccontare e che insieme alla CGIL vogliono dire che 'Il lavoro è l'unica cura per il Paese'.
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