sabato 20 marzo 2010

DDL 'Lavoro': articolo 18 sotto attacco. Legge incostituzionale
Epifani, con questa legge si cerca di introdurre un arbitrato forzoso che costringe i lavoratori a rinunciare a quello che la Costituzione consente loro - Leggi il testo del ddl
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18/03/2010 | Giuridica
Il DDL 'Lavoro' è una norma incostituzionale. Il leader della CGIL non ha dubbi, e lo ha ricordato anche da Padova, venerdì scorso, durante lo Sciopero Generale indetto dalla CGIL. “Con questa legge - spiega Epifani - si cerca di introdurre un arbitrato forzoso che costringe i lavoratori a rinunciare a quello che la Costituzione consente loro: cioè di ricorrere al giudice quando vengono violati i diritti di un contratto e i diritti di una legge. Quindi è una norma che noi combatteremo e faremo rimuovere”. Con l'arbitrato, spiega Epifani, un lavoratore “rinuncerà per tutta la sua vita lavorativa a rivolgersi ad un giudice del lavoro”, e aggiunge, “è una norma incostituzionale”.

Al centro delle critiche sono, in particolare, gli articoli 30 e 31 della nuova legge, approvata definitivamente la scorsa settimana con il voto favorevole del Senato. Secondo il testo di legge il lavoratore ed il datore di lavoro potranno concordare, al momento della stipula del contratto, di ricorrere ad un arbitro in caso di controversia. Sottoscrivendo questo accordo il lavoratore, non solo non potrà più rivolgersi al giudice in futuro, ma, oltretutto, otterrà un giudizio 'secondo equità', ovvero senza il rispetto delle norme di legge, compreso l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, e dei contratti collettivi.

“I datori di lavoro potranno utilizzare, su vasta scala, lo strumento offerto dalla nuova legge” ci spiega Lorenzo Fassina, dirigente dell'Ufficio Giuridico della CGIL Nazionale, in un'intervista rilasciata pochi giorni fa. Il sindacalista sottolinea come “approfittando della condizione di debolezza delle persone in cerca di lavoro”, in particolare in un periodo come questo, in cui la crisi economica ha fatto salire la disoccupazione a livelli storici per l'Italia, sarà possibile “portare gli aspiranti lavoratori davanti ad una commissione di certificazione” per fargli sottoscrivere contratti in cui sarà sancita sia “la rinuncia alla normale azione giudiziaria” che “l’affidamento ad arbitri della risoluzione delle future liti”.

Sembra però che l'atteggiamento degli altri sindacati confederali, sulla questione arbitrato, vada in altra direzione. Infatti, giovedì scorso, durante un incontro al Ministero del Lavoro, convocato per discutere di 'modulazione dell’orario di lavoro', è stato proposto a sorpresa il testo di un avviso comune. Una iniziativa che, secondo Claudio Treves, coordinatore del dipartimento nazionale CGIL 'Politiche del Lavoro', presente al tavolo, si può definire una “vera e propria imboscata”. Il giudizio della CGIL sul 'DDL Lavoro', ha spiegato Treves nel corso di quella giornata, “è pessimo e si ravvisano elementi di incostituzionalità sulla norma”. Secondo il dirigente di Corso d'Italia, durante l'incontro, di Giovedì, al Ministero “ci siamo trovati di fronte a un'azione, presumo, preordinata da parte dei sindacati confederali e delle associazioni datoriali, su una norma di una recente legge peraltro non ancora comparsa sulla Gazzetta Ufficiale". La CGIL, ascoltate le proposte, ha deciso di non apporre la propria firma all'intento di avviso comune.

Bisogna inoltre ricordare che, per il Sindacato di Corso Italia, la questione viene da lontano. Infatti che vi fossero delle forti critiche sul tema dell'arbitrato e circa la volontà del Governo di riformare il processo e il diritto del lavoro è cosa nota già dall'autunno 2008. All'epoca la CGIL aveva organizzato un convegno dal titolo 'La controriforma del processo e del diritto del lavoro', per poi andare avanti con molte altre iniziative fino all'appello contro il DDL 1441 quater-B 'Fermiamo la controriforma del diritto del lavoro'. Appello che ha raccolto le firme di importati giuslavoristi come Luciano Gallino, Umberto Romagnoli, Massimo Paci, Tiziano Treu e giuristi come Massimo Luciani e Andrea Proto Pisani, e sulla quale si sta ancora lavorando.

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