martedì 3 aprile 2012

Cosa hanno in comune il governo spagnolo di Mariano Rajoy e quello italiano di Mario Monti? A guardare come stanno riformando il mondo del lavoro quasi tutto. D'altronde non è più un mistero per nessuno che le decisioni dei governi nazionali in Europa vengano prese altrove (BCE, UE, Fmi) e che i rappresentanti di turno, "tecnici" e "professori", siano semplici esecutori dei diktat imposti dal capitalismo finanziario imperante. Ne abbiamo discusso con Fulvio Fammoni, segretario nazionale della CGIL, e Fernando Lezcano López, segretario nazionale e portavoce di CC OO in Spagna. Il quadro che emerge non lascia molto spazio all'ottimismo. Tuttavia la grande partecipazione allo sciopero generale di ieri in Spagna [29 marzo 2012] e la consapevolezza che un filo rosso unisce le vicende spagnole a quelle italiane e a molte altre realtà europee apre ad una possibile svolta, ad una presa di coscienza che la soluzione possa venire dallo "stare insieme". Insomma, sembra aprirsi una stagione di lotte e rivendicazioni che partendo dai contesti nazionali sappia trovare forza e obiettivi comuni sul piano europeo. Ci auguriamo tutti che alle parole seguano i fatti.

Nelle ultime settimane, il governo guidato da Mariano Rajoy in Spagna e quello di Mario Monti in Italia, a distanza di poco tempo l’uno dall’altro, hanno approvato ciascuno una riforma del mercato del lavoro, con una caratteristica comune: rendere il ricorso ai licenziamenti più facile e conveniente per le imprese.

In Spagna, lo sciopero generale proclamato dai sindacati confederali per ieri, 29 di marzo, ha registrato un’adesione molto elevata nel lavoro dipendente, con punte superiori al 75% in tutto l’arco della giornata, comunque assai superiore a quella che si ebbe con lo sciopero del 29 settembre 2010, contro l’allora governo di José Luis Rodríguez Zapatero.

Ignacio Fernández Toxo, segretario generale di CC OO e Cándido Méndez, segretario generale di UGT, forti del buon esito dell’iniziativa hanno offerto al governo la disponibilità a tornare a trattare per ripristinare un clima di consenso nel paese teso al rilancio dell’attività economica e di politiche destinate alla riduzione dei tassi di disoccupazione. Ma il governo spagnolo ha replicato dicendo che, comunque, le parti fondamentali della riforma non verranno cambiate.

In Italia, dove è programmata una manifestazione nazionale di CGIL, CISL, UIL e UGL il prossimo 13 di aprile contro la riforma delle pensioni voluta dal governo di Mario Monti, la segretaria generale della CGIL, Susanna Camusso ritiene che il governo, con la nuova normativa sui licenziamenti, non abbia convinto nessuno e ha fatto appello al parlamento perché ascolti i lavoratori.

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