domenica 14 agosto 2011
Il governo pensa di accorpare le festività civili alla domenica, e l’opposizione non ha nulla da ridire. È l’incredibile spettacolo andato in onda ieri in parlamento. Il ministro Tremonti, annunciando il progetto, ha mostrato di ritenere più importanti la credenza che la Madonna sia stata concepita senza peccato originale, o che un angelo sia apparso il giorno dopo l’ipotetica resurrezione di Gesù, rispetto a ricorrenze fondanti la società italiana come il 25 aprile, l’1 maggio o il 2 giugno. E nessuno, né dal governo né dall’opposizione, risulta aver avuto il coraggio di criticarlo. «Siamo di fronte alla resa incondizionata dell’intero arco parlamentare alle esigenze del Vaticano», commenta Raffaele Carcano, segretario dell’UAAR: «l’incapacità di intaccare gli enormi privilegi di cui gode la Chiesa cattolica è giunta ormai alla completa abdicazione del potere temporale nei confronti di quello spirituale: per trovare qualcosa di simile bisogna tornare ai tempi dello Stato pontificio». I valori costituzionali passano ormai in secondo piano rispetto ai dogmi cattolici, anche per chi si riempie spesso la bocca con la Liberazione e la Festa dei Lavoratori. Ma non quando sono in gioco gli interessi della Chiesa cattolica. Anche da un punto di vista economico un provvedimento del genere è scarsamente giustificabile: «se si vogliono ottenere consistenti risparmi e recuperi di efficienza la prima festività da toccare è quella del santo patrono, che cade in ogni comune in un giorno diverso»,
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