leggo in giro per internet e riporto
gianni tirelli scrive:
11 settembre 2010 alle 11:52
UN PERDENTE – Accorata lettera al Cavaliere Berlusconi -
Cavaliere Berlusconi, il mondo sta andando a puttane per gente come lei, che ne è l’archetipo; persone tristi, sole, frustrate e infelici che non hanno mai assaporato la gioia profonda di un gesto di vera consapevolezza, di autentico affetto e di una stretta di mano sincera e disinteressata. A me non interessano le sue boutades, le menzogne, l’opera di mistificazione della realtà, le sue leggi ad personam e tutto quel variegato baraccone di minchionerie che quotidianamente la sua bocca vomita in maniera autonoma e automatica, senza che un solo neurone del suo cervello intervenga per ristabilire, in parte, un dignitoso buon senso e quel minimo di saggezza che la sua avanzata età imporrebbe. No, io mi occupo di disagio mentale; quella persistente sofferenza che attanaglia individui della sua specie e che nel potere ad ogni costo e con ogni mezzo, intendono, illusoriamente, stupidamente e inutilmente soffocare.
La sua ostentata e mal celata sicurezza e quel ghigno di fasullo appagamento che, con uno sforzo immane, cerca di fare trasparire dai tratti di un volto contraffatto dal bisturi, sono gli espedienti e i tratti caratteriali di una menzogna che lei continua a praticare come regola relazionale. Potrà mai essere felice, un tale uomo, che investe le sue energie vitali sulla contraffazione della realtà e la mistificazione della verità?
Forse nell’antimateria ma dalle nostre parti certi trucchi e strattagemmi non sono ne contemplati ne fattibili. Lei è il classico perdente, accerchiato e circondato da cortigiani senza attributi della sua stessa risma, con i quali condivide un reciproco disprezzo, diffidenza e la propensione al tradimento.
Due matrimoni falliti alle spalle e relativi divorzi, suffragano ulteriormente le mie considerazioni, gettano un’ombra nera sulla sua reale e sbandierata virilità e sgombrano il campo dal ogni fantasticheria sull’autenticità del suo credo, di matrice cattolica.
Un Primo Ministro sistematicamente insultato, disprezzato, odiato dal popolo che ha illuso di governare e messo in ridicolo dal mondo intero al pari di un citrullo, non può essere felice, ne tanto meno libero. La gabbia dell’effimero potere in cui lei si è rinchiuso in maniera del tutto volontaria, è il paradigma dell’estrema solitudine della sua anima.
Quando la terra, un giorno, reclamerà le Sue sfibrate spoglie e il peso di tutta la “roba” accumulata, premerà sul suo petto come una montagna di pietra allora, e solo allora, e per un attimo di dolore straziante e infinito, comprenderà il significato delle mie parole.
Io ho sempre saputo chi Lei fosse e della sua natura maligna. Aspetto quel giorno per brindare alla sua sconfitta umana.
Gianni Tirelli
domenica 12 settembre 2010
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