martedì 6 aprile 2010

Nella mente umana, esiste una parte del cervello, piccola piccola, che stà li dal tempo degli Omidi (http://it.wikipedia.org/wiki/Ominidi
); due o tre neuroni negativi, non di più. Ecco scoperta la parte della mente che hanno usato quelli che hanno votato per Lui alle ultime elezioni

lunedì 5 aprile 2010

Siccome la memoria, in questo paese, sembra scarseggiare, è utile ogni tanto rinfrescarla. Questa volta, voglio rinfrescarla cercando di elencarvi, con l’aiuto di un articolo uscito su “Repubblica” il Novembre scorso, tutte quelle leggi e leggine che il Silvio supremo ha fatto decretare dai suoi governi.

E’ necessario ricordare che, in anzi tutto, le 19 – fin’ora – fatiche di Berlusconi hanno inizio con la legislazione del 2001, in quanto il suo primo governo, nel ’94, all’indomani della fine della Prima Repubblica, durò solo pochi mesi e non gli permise di attuare le sue idee, ma, negli anni susseguenti, la sinistra gli darà una mano. Ma di questo ne parleremo alla fine.

Cominciamo:

1) Legge n. 367/2001. Rogatorie internazionali. “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra Italia e Svizzera che completa la Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale del 20 aprile 1959 e ne agevola l’applicazione, fatto a Roma il 10 settembre 1998, nonché conseguenti modifiche al codice penale ed al codice di procedura penale” In poche parole limita l’utilizzabilità delle prove acquisite attraverso una rogatoria. In questo modo, Berlusconi riesce a coprire i movimenti illeciti sui conti svizzeri fatti da Previti e Squillante. Tali movimenti sono al centro del processo “Sme-Ariosto 1”, che vede imputato Berlusconi, con Previti e Squillante, per aver corrotto i giudici durante le operazioni per l’acquisto della Sme. Grazie a questa legge Berlusconi viene prosciolto per intervenuta prescrizione del reato e assolto per insussistenza del reato di corruzione ai fini della mancata vendita della Sme.

2) Legge n. 383/2001 (cosiddetta “Tremonti bis”).“Primi interventi per il rilancio dell’economia.” Abolizione dell’imposta su successioni e donazioni per grandi patrimoni. (compreso quello di Berlusconi)

3) Legge n.61/2001 (Riforma del diritto societario). Forse una delle più famose la più famosa. Porta alla depenalizzazione del falso in bilancio, che consente a Berlusconi di essere assolto nel processo “All Iberian 2” e “Sme-Ariosto 2” poichè, grazie al decreto, “il fatto non è più previsto dalla legge come reato.”

4) Legge 248/2002 (cosiddetta “legge Cirami sul legittimo sospetto”). In soldoni, introduce la possibilità del “legittimo sospetto” nei confronti del giudice che ti è davanti. Se tu lo ritieni sospettabile, ad esempio, di volerti condannare ad ogni costo, e che quindi non sia credibile, puoi chiedere di rimettere il processo ad un altro giudice. Questo ha fatto Berlusconi e Previti in quasi ogni suo processo. E lo puoi fare finchè non trovi il giudice simpatico che ti assolve. Ovviamente non è sempre concessa.

5) Decreto legge n. 282/2002 (cosiddetto “decreto salva-calcio”). Concessione alle società sportive della possibilità di diluire le svalutazioni dei giocatori sui bilanci in un arco di dieci anni, con importanti benefici economici in termini fiscali (la norma trova applicazione anche al Milan A.C.).

6) Legge n. 289/2002 (Legge finanziaria 2003). Condono fiscale. Ribattezzato condono “tombale” il Cavaliere ne beneficia con tutte le società legate a Mediaset.

7) Legge n.140/2003 (cosiddetto “Lodo Schifani”). E’ il primo vero tentativo di immunizzare Berlusconi, in quanto Presidente del Consiglio, dai processi in corso. Prevede il blocco di tutti i procedimenti giudiziari a carico delle 5 più alte cariche dello stato. Legge giudicata incostituzionale dalla Consulta.

8) Decreto-legge n.352/2003 (cosiddetto “Decreto-salva Rete 4″). Semplicemente legittima la messa in onda di Rete 4 in analogico. Ricordo, comunque, che, in seguito ad una condanna della Corte Europea nei confronti dello stato, Rete 4 ci costa circa 130 milioni l’anno, questa è la sanzione, in quanto l’assegnazione delle frequenze in Italia non rispetta la libera prestazione dei servizi e non ha criteri di selezione obiettivi.

9) Legge n.350/2003 (Finanziaria 2004). Legge 311/2004 (Finanziaria 2005). Venne introdotto un incentivo sull’acquisto di decoder. Di tale incentivo ne potè beneficiare soprattutto la società Solari, principale distributrice di decoder digitali in Italia. Questa società è controllata al 51% da Paolo e Alessia Berlusconi

10) Legge 112/2004 (cosiddetta “Legge Gasparri”). “Norme di principio in materia di assetto del sistema radiotelevisivo e della RAI – Radiotelevisione italiana S.p.A., nonché delega al Governo per l’emanazione del testo unico della radiotelevisione”.

11) Legge n.308/2004. Estensione del condono edilizio alle aree protette. Guarda caso, le aree di Villa Certosa di proprietà Berlusconi, da quel momento, potranno utilizzare il condono edilizio.

12) Legge n. 251/2005 (cosiddetta “ex Cirielli”). Anche questa legge è molto famosa. Riduce drasticamente i termini di prescrizione. Fissa tali termini di un reato al massimo della pena imponibile, se superiore ai sei anni: oltre quel periodo di tempo, il reato contestato sarà considerato estinto. Questa consente l’estinzione per prescrizione nei reati di corruzione in atti giudiziari e falso in bilancio nei processi “Lodo Mondadori”, “Lentini”, “Diritti tv Mediaset”.

13) Decreto legislativo n. 252 del 2005 (Testo unico della previdenza complementare). Nella scia della riforma della previdenza complementare, si inseriscono norme che favoriscono fiscalmente la previdenza integrativa individuale, a beneficio anche della società assicurative di proprietà della famiglia Berlusconi.

14) Legge 46/2006 (cosiddetta “legge Pecorella”). Leggina che sta molto a cuore al Presidente del Consiglio, che oggi vorrebbe riproporre. Questa legge legittimava l’inappellabilità da parte del pm in caso di assoluzione. Della serie, se gli è sfuggito qualcosa in primo grado e ti assolvono, la fai franca senza problemi. Per fortuna, tale legge, è stata dichiarata parzialmente incostituzionale dalla Corte.

15) Legge n.124/2008 (cosiddetto “lodo Alfano”). E’ la legge gemella del “Lodo Schifani” sopra citato. La differenzia il fatto che, in questo caso, a beneficiare dell’immunità sono solo le quattro più alte cariche dello stato e non più cinque. Legge giudicata incostituzionale lo scorso 7 Ottobre.

16) Decreto legge n. 185/2008. Aumentata dal 10 al 20 per cento l’IVA sulla pay tv “Sky Italia”. Questa, unica competitrice privata di Mediaset.

17) Aumento dal 10 al 20 per cento della quota di azione proprie che ogni società può acquistare e detenere in portafoglio. La disposizione è stata immediatamente utilizzata dalla Fininvest per aumentare il controllo su Mediaset.

18) Disegno di legge sul “processo breve”. Prevede dei tempi ben precisi entro i quali i giudici devono arrivare a sentenza. In caso contrario il processo si chiude. Per salvare Berlusconi, al contrario di tutte le altre leggi, questa è retroattiva per i reati imputati a partire dal Marzo 2006. I processi di Silvio partono alcuni mesi dopo. I detti processi sono “Il processo Mills” e il processo “Diritti tv Mediaset”.

19) Legittimo impedimento. Prevede lo stop per 18 mesi dei processi per le alte cariche dello stato, previa “giustificazione” di impedimento da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In pratica, ogni scusa è buona basta che si porti la giustificazione come a scuola.

Ma non pensate mica che sia finita vero? No perchè Berlusconi, nonostante non fosse ancora in politica, riuscì a farsi fare non una, non due, non tre ma ben 4 leggine per le sue televisioni. I cosiddetti “Decreti Berlusconi 1/bis/ter”. Leggi scritte tra l’84 e l’85 da – indovinate chi?? – Bettino Craxi. Sì, perchè le tre tv di Silvio – Italia 1, Canale 5 e Rete 4 – erano state bloccate perchè violavano il monopolio stabilito dalla Corte Costituzionale della sola emittente nazionale, la RAI. Secondo la Consulta, le tv private potevano trasmettere solo ad emittenti locali e non a livello nazionale, cosa che aveva già fatto Berlusconi. Per salvarlo dal baratro Craxi fece disegnare questa legge su misura che, se la prima fu respinta per incostituzionalità, la seconda prese il volo grazie ad un voto di fiducia che premise la trasmissione delle tre reti per 6 mesi, in attesa di “legge generale sul sistema radiotelevisivo” . Visto che la legge arrivò più tardi del previsto, venne varato il “Berlusconi Ter”, che prolungò la messa in onda fino a fine dell’85.

Ed ora parliamo proprio delle “legge generale sul sistema radiotelevisivo”, più famosa col nome Legge Mammì. In soldoni decretò legale la diffusione delle tv di Berlusconi su scala nazionale, al contrario di quanto consentito dalla Corte Costituzionale nella situazione sopra citata.

Ed ora come non citare il carissimo Max. Il D’Alemone d’Italia. Fu proprio per un accordo fra D’Alema e Berlusconi, questo secondo Repubblica e l’Espresso, che venne varata una legge, la Legge 22 luglio 1999, n. 234, che prevedeva l’incompatibilità tra Gip e Gup. Questo mise in serio pericolo l’avvio del processi Imi-Sir, con imputati, guarda caso, Berlusconi e Previti. Quest’ultimo condannato a 6 anni di carcere.

Che dire… è una ricostruzione un pò lunga. Ma è solo una parte. Ce ne sono ancora molte che saranno decretate. Lodo Alnano costituzionale, immunità parlamentare. Aspettiamo fiduciosi. Vedrete che questa lista la aggiorneremo prima di quanto immaginiate.

Fonti: Repubblica, Wikipedia, Italgiure.giustizia.it, Camera.it
Con chi parla Joseph Ratzinger? Chi ascolta? Nella Pasqua del quinto anno di pontificato la Chiesa sprofonda in una crisi devastante e non si intravvede ancora il cammino verso la resurrezione. Al contrario, le nubi si fanno più nere. Arrivano rivelazioni sempre più pesanti. In Inghilterra, dove il pontefice andrà in settembre, si preannunciano accese manifestazioni. Negli Usa (sondaggio Cbs) solo il 20 per cento approva il suo operato nella crisi. Mentre il Primate anglicano Williams attacca frontalmente la gerarchia cattolica per gli abusi in Irlanda. È una “passione” angosciante per la Chiesa cattolica. Non se ne esce, se non farà luce su tutti i crimini con un rigoroso esame di coscienza, che porti alla superficie omertà, errori, insabbiamenti e ritardi. Servono altri passi di Benedetto XVI. Si chiedono in America cosa faccia in queste ore l’inner circle del pontefice, la sua cerchia più stretta di collaboratori. Laggiù pensano che vi sia – come a Washington – uno staff di fidati consiglieri con cui il pontefice si consigli, analizzi la situazione, valuti le reazioni dell’opinione pubblica. Non è così. Papa Ratzinger opera in una solitudine monacale e imperiale. Gli è vicino il cardinale Bertone, segretario di Stato, gli è accanto il fedele segretario Gaenswein, ma sostiene un vecchio cardinale: “Il problema di Benedetto XVI è che non si lascia consigliare”. Soprattutto gli sembra estranea la concezione che l’opinione pubblica non sia una mera platea cui rivolgere discorsi, encicliche o ammaestramenti, bensì un interlocutore attivo che pone domande ed esige risposte.

giovedì 1 aprile 2010

“Siamo vittime di una rappresaglia”, aveva detto la giornalista al quotidiano. E il direttore le invia una contestazione formale indirizzata anche all’azienda. Contestando la mancata richiesta di autorizzazione e i dati di ascolto della testata

Le acque al Tg1 cominciano a farsi agitate assai. Una lettera di contestazione formale è stata mandata alla conduttrice Maria Luisa Busi per la sua intervista di oggi sul quotidiano ‘la Repubblica’. Ad inviargliela – secondo quanto si apprende – il direttore del TG1 Augusto Minzolini. La lettera è stata indirizzata, per conoscenza, anche al direttore delle risorse umane dell’azienda Luciano Flussi. Nella lettera – sempre a quanto si apprende dall’AnsaMinzolini contesterebbe alla giornalista della sua testata la mancata richiesta di autorizzazione per l’intervista di oggi, i dati degli ascolti del Tg1 forniti dalla Busi e rileverebbe l’ingiustizia nei confronti di altri colleghi che invece, l’autorizzazione, l’avrebbero chiesta anche per la semplice presentazione di un libro.

“RAP-RAPPRESAGLIA! – La Busi con Repubblica aveva parlato dopo la rimozione di tre conduttori che non avevano sottoscritto una lettera di solidarietà al direttore dopo le critiche arrivate, effettuata da Minzolini per “ringiovanire” il telegiornale, come da lui stesso spiegato. “Credo non sia affatto casuale. Credo si tratti di una rappresaglia. Una rappresaglia che prima dei colleghi, volti storici e professionisti liberi di questo giornale, ha colpito Massimo De Strobel, caporedattore centrale, uomo chiave della storica macchina del Tgi. Anche lui non firmatario di quella lettera, guarda caso. Anche lui rimosso senza una alternativa professionale credibile. Il clima? Il clima in redazione è insostenibile, in 21 anni ho visto altri direttori riconducibili all’area culturale del centrodestra (Vespa, Rossella, Minun), nessuno aveva mai osato tanto“, aveva detto la Busi. C’è chi dice che il Tg1 è schierato, aveva chiesto Palestini: “Mi chiedo come si possa dire il contrario. È sotto gli occhi di tutti, di milioni di spettatori. Sempre meno, tra l’altro. Abbiamo perso pubblico siamo attestati al 26 per cento di ascolto. Incontro continuamente gente che dice, “io non vi guardo più”. La gente più disparata. Difficile credere che non dipenda da due ordini di problemi: il primo, gli editoriali. Il direttore ha diritto a farli, ma non credo debba dimenticare che si tratta del primo giornale del servizio pubblico. Che non si era mai schierato a questi livelli sui temi cari al governo e alla presidenza del consiglio. Il secondo, è la rappresentazione del Paese. Al tg1 non si parla più della vita reale, dei problemi dei cittadini, di chi ha perso il lavoro, di chi non ce la fa, dei cassintegrati, dei precari della scuola“.

FNSI E CAPEZZONE - Protesta la Federazione nazionale della Stampa che sottolinea:« nell’espressione delle idee nessun giornalista deve chiedere il permesso». Spiega la Fnsi che i «poteri del Direttore in materia non possono mai essere messi in conflitto con le prerogative e i diritti derivanti da ruoli e qualifiche professionali maturati. Sono cose che succedono oggi al Tg1 e che non appaiono affatto normali. Ciò è ormai risaputo e non è liquidabile con battute». Ma la nuova polemica interna arriva alla fine di una giornata di dibattito politico sul tema. Per il portavoce del Pdl Daniele Capezzone «gli attacchi contro Augusto Minzolini sono ormai sempre più infondati e sempre più faziosi». A suo avviso «è paradossale che vi siano torme di soggetti che, senza averne alcun titolo, pretenderebbero di stabilire al posto del direttore del Tg1 chi debba svolgere l’una o l’altra funzione all’interno della compagine redazionale – aggiunge Capezzone -. Questa campagna contro Augusto Minzolini è ormai logora, mostra la corda, oltre ad essere sconfessata dai successi di ascolto del Tg1». Mentre dall’Idv, il senatore Francesco Pancho Pardi, viene la «piena solidarietà a chi, nella redazione del Tg1 e nella Rai in generale, non si piega alle pressioni che arrivano direttamente da Berlusconi e resiste nonostante le vergognose epurazioni in corso».