mercoledì 12 dicembre 2012

Le bugie di Fim e Uilm_ parte prima

Le bugie di Fim e Uilm
Dal 1° gennaio 2013, con meno di 1 euro al giorno,
aumentano di 150 ore l’orario di lavoro annuo
e cancellano la contrattazione della Rsu
Con l'accordo separato del 5.12.2012 Fim e Uilm peggiorano le condizioni
delle lavoratrici e dei lavoratori aumentando l'orario di lavoro e cancellando
la contrattazione della RSU sugli orari in fabbrica. In tutte le imprese
metalmeccaniche estendono il peggioramento degli orari di lavoro
introdotto con l'accordo separato a Pomigliano e in tutti gli stabilimenti Fiat
Aumenta strutturalmente l'orario individuale di lavoro fino a 144 ore annue nelle aziende con oltre
200 dipendenti e fino a 152 ore nelle aziende con meno di 200 dipendenti introducendo come
unico vincolo per le imprese il limite di 120 ore di utilizzo complessivo tra ore di flessibilità e ore di
straordinario obbligatorio.
L'orario di lavoro non è più oggetto di contrattazione in azienda con la RSU,
viene introdotta una procedura di "esame" della durata di 10 giorni trascorsi
i quali l'azienda può procedere
Aumentano l'orario di lavoro attraverso l'aumento della flessibilità e dello
straordinario obbligatorio, la monetizzazione dei Par, lo slittamento della
mezz'ora di mensa
• aumentano fino a 80 ore annue le attuali 40 ore di straordinario obbligatorio nelle aziende con
più di 200 dipendenti e fino a 88 ore all'anno le 48 ore di straordinario obbligatorio previste
nelle aziende fino a 200 dipendenti; aumentano fino a 80 ore annue le attuali 64 ore di
flessibilità a disposizione delle aziende;
• monetizzano tre PAR: sono 3 giorni di lavoro in più all’anno;
• prevedono lo slittamento della mezz'ora di mensa a fine turno.
Cancellano dalla normativa contrattuale sull'orario ogni riferimento alle
norme di legge e introducono ulteriori flessibilità che peggiorano il lavoro e
la vita delle persone e delle loro famiglie
Introducono l'orario flessibile per "necessità improvvise", superano le causali che lo giustificano
(stagionalità, picchi produttivi, attività di istallazione e montaggio) e cancellano i limiti massimi fino
ad oggi previsti (8 ore sul primo turno del sabato, 6 ore su due turni al sabato, 32 ore di
prestazione minima settimanale).
Cancellano i diritti dei lavoratori e introducono ulteriori flessibilità di orario
a costo zero per le imprese
Concedono alle imprese, in alternativa alla Cigo, il recupero delle ore di produzione perse in caso di
interruzione delle forniture e l'utilizzo delle ferie e del conto ore dei lavoratori.
Con la crisi, con le fabbriche senza lavoro, con la disoccupazione che cresce,
hanno firmato un accordo che aumenta gli orari di lavoro e riduce salario e
diritti
Senza il voto dei lavoratori questo non è un contratto
Il contratto nazionale, per essere valido,
deve essere sottoposto a referendum
tra tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori

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