giovedì 20 dicembre 2012


Gli spiriti liberi non sono fatti per essere domati..
Hanno bisogno di restare liberi finchè non trovano qualcuno altrettanto selvaggio con cui correre. (Nuvola Rossa) Red-Cloud Oglala-Lakota ♥ Pontiac ♥


C'è solo una cosa più grande dell'amore per la Libertà,
l'odio per chi la toglie.
Ernesto Che Guevara

mercoledì 12 dicembre 2012

Le bugie di Fim e Uilm_ parte prima

Le bugie di Fim e Uilm
Dal 1° gennaio 2013, con meno di 1 euro al giorno,
aumentano di 150 ore l’orario di lavoro annuo
e cancellano la contrattazione della Rsu
Con l'accordo separato del 5.12.2012 Fim e Uilm peggiorano le condizioni
delle lavoratrici e dei lavoratori aumentando l'orario di lavoro e cancellando
la contrattazione della RSU sugli orari in fabbrica. In tutte le imprese
metalmeccaniche estendono il peggioramento degli orari di lavoro
introdotto con l'accordo separato a Pomigliano e in tutti gli stabilimenti Fiat
Aumenta strutturalmente l'orario individuale di lavoro fino a 144 ore annue nelle aziende con oltre
200 dipendenti e fino a 152 ore nelle aziende con meno di 200 dipendenti introducendo come
unico vincolo per le imprese il limite di 120 ore di utilizzo complessivo tra ore di flessibilità e ore di
straordinario obbligatorio.
L'orario di lavoro non è più oggetto di contrattazione in azienda con la RSU,
viene introdotta una procedura di "esame" della durata di 10 giorni trascorsi
i quali l'azienda può procedere
Aumentano l'orario di lavoro attraverso l'aumento della flessibilità e dello
straordinario obbligatorio, la monetizzazione dei Par, lo slittamento della
mezz'ora di mensa
• aumentano fino a 80 ore annue le attuali 40 ore di straordinario obbligatorio nelle aziende con
più di 200 dipendenti e fino a 88 ore all'anno le 48 ore di straordinario obbligatorio previste
nelle aziende fino a 200 dipendenti; aumentano fino a 80 ore annue le attuali 64 ore di
flessibilità a disposizione delle aziende;
• monetizzano tre PAR: sono 3 giorni di lavoro in più all’anno;
• prevedono lo slittamento della mezz'ora di mensa a fine turno.
Cancellano dalla normativa contrattuale sull'orario ogni riferimento alle
norme di legge e introducono ulteriori flessibilità che peggiorano il lavoro e
la vita delle persone e delle loro famiglie
Introducono l'orario flessibile per "necessità improvvise", superano le causali che lo giustificano
(stagionalità, picchi produttivi, attività di istallazione e montaggio) e cancellano i limiti massimi fino
ad oggi previsti (8 ore sul primo turno del sabato, 6 ore su due turni al sabato, 32 ore di
prestazione minima settimanale).
Cancellano i diritti dei lavoratori e introducono ulteriori flessibilità di orario
a costo zero per le imprese
Concedono alle imprese, in alternativa alla Cigo, il recupero delle ore di produzione perse in caso di
interruzione delle forniture e l'utilizzo delle ferie e del conto ore dei lavoratori.
Con la crisi, con le fabbriche senza lavoro, con la disoccupazione che cresce,
hanno firmato un accordo che aumenta gli orari di lavoro e riduce salario e
diritti
Senza il voto dei lavoratori questo non è un contratto
Il contratto nazionale, per essere valido,
deve essere sottoposto a referendum
tra tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori

Le bugie di Fim e Uilm_ parte seconda

Le bugie di Fim e Uilm
Dal 1° gennaio 2013, con meno di 1 euro al giorno,
vogliono rubare il contratto nazionale
alle lavoratrici e ai lavoratori metalmeccanici
Con l'accordo separato del 5 dicembre 2012 Fim e Uilm hanno introdotto
la flessibilità sui minimi contrattuali e hanno sancito che il salario del
Contratto Nazionale è un salario diverso tra le fabbriche e tra i territori
Per la prima volta i minimi salari, a parità di mansione, non sono più uguali per tutti i lavoratori
perché, con la contrattazione aziendale, gli aumenti potranno essere differiti di 12 mesi, e quindi
diversi da fabbrica a fabbrica, sia in caso di crisi che di nuovi insediamenti produttivi o, anche, per
usufruire di sgravi fiscali e contributivi.
Gli aumenti del triennio 2013-2015 sono definiti in tre trance a partire da gennaio 2013, ma le
aziende possono erogare gli aumenti del 1 gennaio 2014 e del 1 gennaio 2015 dopo dodici mesi.
L'intesa separata del 5 dicembre 2012 non tutela il potere d'acquisto del
salario
Gli importi economici definiti per incrementare i minimi contrattuali non tengono conto dei valori
dell'inflazione e, se l'azienda sposta l'aumento di dodici mesi, non viene considerato il quarto anno
di allungamento del contratto. Inoltre, gli incrementi definiti con l'accordo separato favoriscono le
categorie più alte e penalizzano le categorie più basse.
Il potere d'acquisto del salario si tutela mantenendo la certezza degli aumenti, rivalutando i minimi
contrattuali sulla base della l'inflazione e aggiornando il valore punto come previsto dal CCNL del
2008.
La piattaforma della Fiom, votata dalla maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori
metalmeccanici, prevede un aumento di 206 euro uguale per tutti i lavoratori fino al 5° livello, a
titolo di recupero, salvaguardia e valorizzazione reale del potere di acquisto della retribuzione.
L'intesa separata assorbe le maggiorazioni contrattate in azienda
Gli incrementi delle maggiorazioni, previsti dall'intesa separata, per il lavoro notturno fino alle ore
22 e per le ulteriori 40 ore di straordinario obbligatorio assorbono i trattamenti di miglior favore già
definiti in azienda.
Aumentano, quindi, le ore di straordinario e di flessibilità obbligatorie senza alcun aumento
salariale.
L'intesa separata introduce ritorsioni salariali nei criteri di erogazione del
PdR
A livello aziendale si potrà stabilire che i singoli lavoratori percepiranno il premio di risultato solo a
fronte dell'effettivo svolgimento della flessibilità degli orari di lavoro, le 120 ore di flessibilità e
straordinario o altro ancora, richiesta dalla azienda.
Per imporre la flessibilità degli orari si introduce così la “clausola di esigibilità” che hanno
sottoscritto in Fiat.
Senza il voto dei lavoratori questo non è un contratto
Il contratto nazionale, per essere valido,
deve essere sottoposto a referendum
tra tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori